Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Falcone: La Perna, tutti sapevano che dopo c'era Borsellino

Falcone: La Perna, tutti sapevano che dopo c'era Borsellino

Ex scorta giudice, troppo silenzio a Palermo in quel periodo

ISERNIA, 21 maggio 2022, 16:43

Redazione ANSA

ANSACheck

"Quel 23 maggio del 1992 ero a riposo, lavoravo alla Volante e spesso facevo la staffetta al giudice Giovanni Falcone. Lui era abitudinario, portava sempre l'auto. Quel giorno a Capaci ho visto quell'auto: era spaventosa". Lo ha raccontato, a Isernia, Giovanni La Perna, dirigente sindacale della Polizia di Stato in servizio a Palermo negli '90. La Perna è intervenuto anche in via d'Amelio subito dopo la deflagrazione.
    "Sapevano tutti che dopo Falcone c'era Borsellino. Sia nel mese di maggio che nel mese di luglio del '92, a Palermo non accadeva nulla: né rapina, né furti, nulla. Noi della Volante non facevamo interventi e quando c'era silenzio a Palermo significava che stava per succedere qualcosa. Di Capaci ho saputo dalla Tivù, mentre il 19 luglio ero in servizio. Quel pomeriggio vidi Emanuela Loi, ci salutammo e fu l'ultima volta.
    Alle 16,58 sentimmo uno scoppio e vendevamo del fuoco sotto al Monte Pellegrino. Poi arriva la nota: via d'Amelio, strage, tutti morti. Arrivo e vedo Beirut. Vedo una donna, era Emanuela, mi inginocchio e piango. L'avevo vista due ore prima". Non ho dormito per 3 giorni, la mia divisa aveva odore che non sopportavo. Per 20 anni non ho mai raccontato quello che ho visto, ma ho rotto il silenzio perché i giovani devono sapere la verità".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza