"Sono molto felice, ringrazio
il rettore Luca Brunese e tutti gli insigni professori che mi
hanno ritenuto meritevole di questa laurea". Così Gian Paolo
Montali, da oggi Dottore honoris causa in Scienze e tecniche
delle attività motorie, nel corso del suo intervento
all'Università del Molise. "Oggi - ha aggiunto - avete fatto
felice me, ma anche un'altra persona, mia madre". Montali ha
raccontato di aver abbandonato al quinto anno gli studi in
Medicina e chirurgia "perché preso da questo sacro" per
"occuparmi di sport, in particolare della pallavolo" e "oggi
colmo un buco nel mio ambito familiare". Un intervento di circa
29 minuti nel quale ha messo a fuoco i diversi aspetti della sua
attività ricca di successi. "Bisogna fare squadra e non gruppo -
ha detto - sono due cose diverse e lavorare per competenze".
Poi, ha 'ribaltato' un luogo comune: "la squadra che vince si
deve cambiare" perché "nel momento che vinci gli avversari,
nella stagione successiva, ti studiano mettendo a nudo quali
sono i tuoi difetti, i punti deboli e quelli di forza".
"L'ultima cosa che pensavo di fare nella mia vita - ha detto - è
l'allenatore, poi mi sono ravveduto. La vera missione di un
allenatore è quella di creare giocatori che diventino allenatori
di se stessi". Infine una dedica "a tutti i giocatori che mi
hanno accompagnato in questo percorso, ai miei collaboratori e
alle persone con le quali ho lavorato e continuo a lavorare".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA