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Nave italiana attaccata dai pirati in Messico, 2 feriti

Non sono gravi. L'assalto è stato respinto dall'equipaggio

13 novembre, 14:26
Nave italiana attaccata da pirati in Golfo del Messico Nave italiana attaccata da pirati in Golfo del Messico

(di Stefano de Paolis) - Un abbordaggio in piena regola, con un gruppo di pirati che ha prima avvicinato e poi assaltato una nave, rapinando l'equipaggio e ferendo due marinai italiani, fortunatamente in modo non grave. E' accaduto la notte scorsa nel Golfo del Messico alla Remas, nave battente bandiera italiana che rifornisce le piattaforme petrolifere offshore e che aveva a bordo 35 persone, tra cui 9 italiani.All'arrivo dei pirati l'equipaggio si è difeso, ma alcuni predoni sono comunque riusciti a salire a bordo. Ne è nata una colluttazione finita con una sparatoria e il ferimento dei due marittimi. "Credevo di vivere in un film. Mi sono trovato cosparso di sangue non mio", ha raccontato il primo ufficiale della nave, Alessandro Fiorenza. La Remas, lunga 75 metri, è di proprietà della Micoperi, un'azienda con base a Ravenna che rappresenta uno dei maggiori contractor dell'industria offshore. I pirati, a bordo di due motoscafi, l'hanno intercettata mentre era in navigazione a poche miglia dalle coste messicane.Non è chiaro come, ma sei o sette pirati sono riusciti a salire sul ponte e a derubare alcuni marinai. Prima che venissero ricacciati in mare, due uomini della Remas sono rimasti feriti: uno è stato raggiunto al ginocchio da una pallottola, l'altro è stato colpito in testa con un corpo contundente. Si chiamano Andrea Di Palma e Vincenzo Grosso, subito soccorsi e dopo alcune ore sbarcati nel porto di Ciudad del Carmen, dove la nave italiana è arrivata scortata da un'unità militare messicana. In un audio al comandante di rimorchiatore Gianluigi Spinosa, Fiorenza ha raccontato di essersi trovato accanto a "questo ragazzo a terra. Mi ha guardato e mi ha detto 'mi hanno sparato'". In quei momenti "non mi ero neanche accorto che dietro di me c'erano i pirati. Sono corso in cucina a prendere delle bende ma alcuni marinai si erano chiusi in cabina. Pensavano fossi un pirata e non mi aprivano". Allora "ho cercato di fermare il sangue con il filo del caricabatterie del telefono". Poi, ha continuato Fiorenza, "hanno massacrato di botte un marinaio che stava di guardia. Hanno puntato le pistole in faccia alla gente" ma "sono riuscito a dare l'allarme", mentre "i pirati passavano dietro di me. Ma non mi hanno fatto nulla, forse perché hanno capito che stavo soccorrendo un ferito". L'ad di Micoperi Silvio Bartolotti ha raccontato all'ANSA che i pirati "prima hanno bastonato la guardia, poi c'è stato un colpo di pistola" che ha ferito il marinaio ravennate Di Palma a una gamba. "Ma potrebbe essere stato anche uno sparo accidentale, perché è passato attraverso una porta", ha spiegato Bartolotti, secondo il quale i pirati, "quando si sono resi conto che il colpo di pistola aveva creato un problema, si sono spaventati e sono fuggiti", rubando solo una catenina e un telefonino. E prima di scappare, ha detto ancora, uno di loro "ha fatto anche un gesto di umanità: ha allungato al ferito uno straccio per legarsi la gamba".Per capire esattamente come sono andate le cose però, la Procura di Roma ha aperto un'indagine, affidata dal procuratore aggiunto Francesco Caporale al sostituto Erminio Amelio. Non è la prima volta che la Micoperi rimane coinvolta in un attacco di pirati. L'11 aprile 2009, pirati somali nel Golfo di Aden sequestrarono un suo rimorchiatore, il Buccaneer, con a bordo 16 persone, tra cui 10 italiani. Dopo un lungo lavorio di contatti, i marinai furono rilasciati solo il 9 agosto. Tre anni dopo la Micoperi tornò alla ribalta delle cronache per una vicenda ben diversa: le operazioni di recupero e trasferimento del relitto della Costa Concordia, naufragata all'isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012.

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