Percorso:ANSA > Mare > Nautica e Sport > Ferretti rinuncia alla Borsa, situazione dei mercati difficile

Ferretti rinuncia alla Borsa, situazione dei mercati difficile

Stop a Ipo da 2 euro. Galassi, private placement dopo il bilancio

21 ottobre, 17:40
Ferretti: societ rinuncia alla quotazione Ferretti: societ rinuncia alla quotazione

 Improvviso cambio di rotta per l'Ipo di Ferretti, affondata dal "deterioramento delle condizioni dei mercati finanziari". Il Gruppo bolognese, fondato nel 1968 da Alessandro e Roberto Ferretti, ha deciso di non approdare più in Piazza Affari dopo aver piazzato l'intero pacchetto di azioni, pari al 30% del capitale, a 2 euro ciascuna, per deviare su un collocamento privato. Il prezzo dell'offerta non è piaciuto infatti agli azionisti, il gruppo cinese Weichai (86%) e Pietro Ferrari (11%), che erano partiti da una richiesta iniziale di 2,5-3,7 euro per azione, tagliata poi a 2-2,5 euro su proposta delle banche. Troppo poco, secondo l'amministratore delegato Alberto Galassi, per un Gruppo che ha chiuso i 9 mesi con ordini in crescita del 18% e il Mol del 25% e che si aspetta di vederlo salire del 20% a fine anno.

Da qui la decisione di abbandonare temporaneamente il progetto, come precisato dal presidente Tan Xuguang, numero uno anche di Weichai Group, secondo il quale Ferretti "continuerà a ottimizzare l'allocazione delle risorse dal mercato finanziario e individuare il momento giusto per la quotazione quando la situazione sui mercati finanziari si sarà stabilizzata".

"Prima Ferretti chiuderà il bilancio e farà vedere quanto vale - gli ha fatto eco Galassi - poi procederà con un private placement (collocamento privato di azioni)", dato che ha in corso colloqui "con alcuni investitori da mesi". "Il book è stato chiuso e allocato tutto - ha spiegato il manager - ma a prezzi bassi, perché i mercati non sono amici di nessuno, né in Italia né negli altri Paesi". Così lo sbarco in Borsa "riprenderà dopo che avremo fatto vedere quanto valiamo e insieme a un nuovo socio", che potrebbe arrivare fino al 30% del capitale, come previsto per il progetto iniziale di Ipo, per poi diluire la quota di tutti e 3 i soci in caso di un nuovo tentativo di quotazione.

Da progetto appena annullato però Galassi ha ricevuto una conferma "importante" per l'operato del Gruppo. "La cosa più bella dell'Ipo che abbiamo fatto - ha confidato - è stato il sostegno degli investitori italiani, in particolare Generali, Mediolanum, Fideuram e Kairos". Quasi a smentire le voci di una presenza troppo ingombrante di investitori asiatici, il manager ha sottolineato che i primi 2 italiani rientrano tra i primi 6 sottoscrittori dell'Ipo. (ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA