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Porto Civitavecchia in crisi, crac crociere e 'buco' 20 mln

Relazione Autorità Portuale, settore merci il meno colpito

10 maggio, 08:48
Porto Civitavecchia in crisi, crac crociere e 'buco' 36 mln Porto Civitavecchia in crisi, crac crociere e 'buco' 36 mln

La commissione Infrastrutture del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Eugenio Patanè (Pd), si è riunita per un'audizione con il presidente dell'Autorità portuale del Tirreno centro settentrionale Francesco Maria Di Majo e con l'assessore regionale ai Lavori pubblici Mauro Alessandri, sulla situazione del sistema portuale del Lazio in emergenza Covid19. Di Majo ha incentrato la sua lunga relazione quasi esclusivamente sulla situazione del porto di Civitavecchia, facendo solo qualche accenno agli altri due gestiti dall'Autorità, Fiumicino e Gaeta. Lo scenario 'pesa' per circa 20 milioni  sui bilanci dell'ente, e le entrate sono più che dimezzate. Dai dati riportati è emerso un quadro molto allarmante, che ha suscitato un ampio dibattito in commissione. Da parte di tutti si è sottolineato che, da un lato, il blocco nel settore crocieristico sta creando enormi problemi a Civitavecchia, essendo il primo porto in Italia; dall'altro, che sono necessari importanti investimenti nelle attività commerciali e nel settore energetico, dove si scontano ritardi e mancati interventi di fronte a importanti novità avvenute recentemente. Di Majo ha iniziato il suo intervento facendo una panoramica sulla situazione dei quattro macro-settori che interessano il porto di Civitavecchia: crocierismo, trasporto passeggeri-autostrade del mare, merci, polo energetico e boa petrolifera. "Tutti i settori, tranne uno, sono in fortissima sofferenza a causa di questa crisi di emergenza sanitaria - ha detto il presidente - Il più colpito di tutti - ha proseguito - è sicuramente quello crocieristico, che ha avuto un crollo vertiginoso nel mese di marzo. Il settore non vedrà ripresa fino a settembre-ottobre". Anche il settore dei traghetti è in crisi ma in questo settore si prevede una leggera ripresa a giugno-luglio". Il presidente ha poi spiegato che il settore delle merci è quello meno colpito dalla crisi e dalle misure restrittive: "Il traffico continua a essere svolto, con riduzioni in alcuni comparti ma addirittura in leggero aumento in altri". Per quanto riguarda il settore energetico, per Di Majo, "anch'esso è in sofferenza, ma la causa non sta tutta nel coronavirus perché esiste una problematica legata alla centrale termoelettrica di Torrevaldaliga nord". Secondo il presidente "il coronavirus non ha fatto altro che peggiorare questa situazione, con ripercussioni molto impattanti non solo sull'Autorità in termini di minori introiti da tasse portuali ma anche sul territorio, su tutta l'economia locale che gravita intorno alla centrale. Abbiamo chiesto interventi al Ministero dello Sviluppo economico sin dal settembre 2019, prima del coronavirus, mettendo in evidenza l'impatto socioeconomico sul territorio". Sempre con riferimento al tema dell'energia, Di Majo ha anche fatto cenno al caso di Fiumicino, essendo Civitavecchia il punto di accesso del combustibile per l'aeroporto. "La riduzione del 95 per cento del traffico aereo - ha detto Di Majo - ha ovviamente ridotto drasticamente la richiesta di carburante e quindi, di conseguenza, ha provocato anche qui una grande contrazione delle entrate tributarie dell'ente". In conclusione, il presidente ha spiegato alla commissione che questo scenario ha determinato "una perdita prevista nel bilancio 2020 di circa 19,8 milioni (RPT: 19,8 milioni), una riduzione superiore al 50 per cento delle nostre entrate".

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