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Giorno Memoria:prefetto Ancona, solidarietà compito fondamentale

Giorno Memoria:prefetto Ancona, solidarietà compito fondamentale

Consegna medagli a parenti deportati, inaugurata mostra scultura

ANCONA, 27 gennaio 2023, 23:06

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Le istituzioni sono chiamate a difendere il concetto di umanità". Così il prefetto di Ancona Darco Pellos durante la cerimonia di consegna delle medaglie d'onore ai militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti a Palazzo del Governo nel Giorno della Memoria.
    Riferendosi alla guerra in Ucraina e ringraziando per la sua presenza Zhaklin Bachynska, della Comunità Ucraina Marche, il prefetto ha sottolineato che il Giorno della Memoria deve "ricordarci che abbiamo un compito fondamentale: la solidarietà fra esseri umani, in un momento nel quale la violenza di una nazione che territorialmente ne aggredisce un'altra si aggiunge alla violenza in altre parti del mondo", alla violenza alla donna che "viene mortificata e limitata dove i diritti civili non vengono presi in considerazione". "La democrazia europea - ha aggiunto - ha il compito fondamentale di essere custode di questi valori, della solidarietà, del reciproco riconoscimento di pari diritti civili e sociali". Il prefetto ha anche ringraziato le forze dell'ordine per il contributo in occasione dello sbarco dei migranti al porto di Ancona con le navi umanitarie Ocean Viking e Geo Barents. Al termine della cerimonia è stata inaugurata la mostra 'I volti della Memoria' dello scultore Angelo Melaranci, visitabile presso la Sala del Pianoforte della Prefettura di Ancona, dal 30 gennaio al 4 febbraio. Romano di origine, marchigiano di adozione, Melaranci, capo reparto dei vigili del fuoco presso il comando provinciale di Ancona, ha realizzato le sue sculture partendo dalla storia di Ferdinando Valletti, deportato nel 1944 poco più che ventenne e sopravvissuto ai lager, raccontata dalla figlia Manuela Valletti. Il padre fu caricato su un treno merci alla Stazione di Milano, diretto al campo di concentramento di Mauthausen, in Austria, e poi a quello di Gusen, dopo aver partecipato ad uno sciopero generale. All'epoca lavorava all'Alfa Romeo e si salvò grazie alla sua passione per il calcio, parlandone con le Ss, si legge in una presentazione di Agnese Piccioni, laureata in Beni Culturali.
   

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