Quattro persone denunciate - un
imprenditore pesarese di 68 anni e tre 'prestanome' in società
'cartiere' - e scoperta di un giro di utilizzo di fatture per
operazioni inesistenti per un totale di 25 milioni di euro oltre
a Iva non versata pari a circa 1,2 milioni di euro, tramite
utilizzo di tre società, riconducibili alla gestione della
stessa persona fisica. E' il bilancio dell'indagine 'Amarcord',
coordinata dalla Procura di Pesaro, ed eseguita dal locale
Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, con al centro
l'imprenditore del settore della distribuzione all'ingrosso di
prodotti alimentari e bevande: il 68enne, secondo l'accusa,
comprava sistematicamente merce "sottocosto", attraverso società
cartiere, alcune delle quali create da lui stesso, per
rivenderle a un prezzo vantaggioso,
rispetto ai concorrenti che si approvvigionavano sul mercato
regolare, alterando la normale concorrenza nel settore.
Nell'ambito dell'indagine è stato eseguito anche un sequestro
preventivo per equivalente emesso dal gip di Pesaro riferito
all'imposta evasa: sono state sottoposte a sequestro
disponibilità finanziarie per oltre 70 mila euro e sono in corso
ulteriori accertamenti al fine di individuare ulteriori beni
e disponibilità riconducibili all'evasore già gravato da tre
condanne in primo grado per violazioni fiscali. Secondo quanto
ricostruito dai militari, le fatture false utilizzate
dall'imprenditore incidevano il 75% sul totale fatturato.
Il meccanismo scoperto, secondo la contestazione, è quello
della cosiddetta "frode carosello" per evadere le imposte e
acquisto merce a prezzi molto competitivi rispetto al loro
valore normale per alterare regolare funzionamento del mercato.
Un metododo, utilizzato nelle frodi Iva volto ad aggirare le
norme e basato principalmente sull'interposizione di società
fittizie, costituite "ad hoc", nelle transazioni commerciali,
tra i grossisti e i distributori di merci.
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