Lo spettacolo dal vivo è in
difficoltà a causa dell'epidemia da coronavirus e le prospettive
per gli attori sono incerte anche per il digitale o per la
fiction. E' la riflessione fatta dall'attore Cesare Bocci in
una videoconversazione con il presidente del Consiglio regionale
delle Marche Antonio Mastrovincenzo sul suo canale Youtube.
"Prendiamo la fiction - ha spiegato -, ci si potrà ancora
baciare? Ci si potrà ancora scazzottare? ". Il digitale? "Ci
arriveremo, ma ci vorranno anni per raggiungere la qualità
necessaria". E comunque lo spettacolo dal vivo "deve essere dal
vivo per definizione, a contatto con il pubblico". Bocci ha
esortato la politica "a difendere il lavoro, perché noi siamo
lavoratori come gli altri. Non parlo solo di cultura, che è
insita in ciò che facciamo. Bisogna difendere il lavoro". E ha
citato il caso della Francia dove "c'è una lunga tradizione di
riconoscimento del nostro lavoro" e le compagnie teatrali,
"piccole e medie, medio-grandi" hanno accesso a fondi specifici.
da ridisegnare anche il futuro dei teatri. "Dovremo inventarci
qualche altra forma di espressione come abbiamo fatto nei
secoli. Oppure si potrebbe pensare ad un doppio spettacolo per
avere lo stesso numero di spettatori, ma in quel caso bisogna
intervenire in modo strutturale, perché la maggior parte dei
teatri non ce la fa con i soli incassi".
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