Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Scala: standing ovation a Die tote Stadt

Scala

Scala: standing ovation a Die tote Stadt

Applausi per 12 minuti al cast e al visionario regista Vick

MILANO, 29 maggio 2019, 11:49

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

È finita con oltre 12 minuti di applausi e una standing ovation la prima alla Scala di Die tote Stadt, opera di Korngold del 1920 finora mai rappresentata a Milano. È piaciuta la lettura di Graham Vick che ha intrecciato la vicenda narrata, di ispirazione anche a Hitchcock per La donna che visse due volte (un vedovo che vive nel ricordo della moglie e incontra una donna talmente simile da fargli pensare che sia tornata in vita) con la biografia di Korngold, costretto perché ebreo a fuggire in America dove lavorò per il cinema.
    Così la seducente Marietta (una formidabile e applauditissima Asmik Grigorian che canta e balla con nonchalance indossando un paio di copricapezzoli e poco più) ricorda la Dietrich, e il coro dei chierichetti diventa di Hitlerjugend perché rifugiarsi nel passato non protegge dalle brutture del presente: che sia il dolore per un lutto o l'avvento del nazismo. Applausi al direttore Alan Gilbert e a tutto il cast a partire da Klaus Florian Vogl (il vedovo Paul) e Markus Werba (Fritz).
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza