Per il triennio 2022-2024 si
stimano 82 miliardi di euro di nuovo deteriorato. Rispetto alla
previsione dello scorso febbraio, si ipotizza un incremento di
10 miliardi di euro euro di nuovi flussi con un posticipo di 6/9
mesi (picco nel 2023), a causa del persistere - evidenzia il
Market Watch di Banca Ifis presentato a Cernobbio - delle
criticità dei prezzi su energia, materie prime e beni alimentari
unitamente all'incremento dei tassi a seguito della politica
monetaria più restrittiva.
In particolare quest'anno sono attesi 35 miliardi di euro di
transazioni Npl, con il mercato secondario ormai componente di
rilievo (30%). Si prevedono - spiega il Market Watch di Banca
Ifis presentato a Cernobbio - cessioni di portafogli UtP
(inadempienze molto probabili) per 12 miliardi di euro di cui 6
miliardi già finalizzate a metà settembre.
Dal 2022 si stima un aumento dello stock Npe (377 miliardi di
euro a fine 2024) per l'incremento dei flussi di deteriorato e
la riduzione dei tassi recupero, soprattutto su ticket di
maggiori dimensioni e crediti secured che richiedono tempi di
recupero più lunghi. Dal 2015 al 2022 le banche italiane hanno
realizzato un importante risultato di de-risking: con una stima
di 357 miliardi di euro di portafogli Npe ceduti (Non
Performing Exposures, cioè l'esposizione che un istituto ha
verso gli Npl) .
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