(di Silvia Egiziano)
No al Pirellone illuminato per il
Gay Pride del 2020. A bocciare la proposta contenuta in un
ordine del giorno del Movimento 5 Stelle è stato il Consiglio
lombardo, riunito oggi e domani per discutere il bilancio
regionale. Contro l'iniziativa di sostegno alla tradizionale
parata per i diritti Lgbt, in programma a Milano il prossimo 27
giugno, si è espressa compatta tutta la maggioranza di
centrodestra, favorevoli i 5 Stelle, il Pd e gli altri gruppi di
opposizione.
Durante le dichiarazioni di voto ha preso la parola il
consigliere leghista Massimiliano Bastoni, che motivando il no
della Lega ha definito la manifestazione arcobaleno "una
baracconata che non rappresenta nemmeno tutti gli omosessuali".
Il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi ha invece
spiegato che il "voto contrario è un atto 'tecnico': se il
Consiglio regionale dovesse esprimersi su ogni singolo
patrocinio che viene richiesto da enti o associazioni, durante i
lavori d'aula non potremmo occuparci d'altro. Queste richieste
vengono valutate, come da prassi, dall'Ufficio di Presidenza".
Dura la reazione del capogruppo del Movimento 5 Stelle Marco
Fumagalli, che ha parlato di "atteggiamento razzista del
centrodestra in Consiglio regionale". La richiesta, ha rimarcato
Fumagalli subito dopo il voto, "era sostenere una manifestazione
di democrazia e civiltà che ogni anno sottolinea l'importanza
della lotta alla discriminazione e dell'accoglienza. È un atto
gravissimo perché va contro alla tutela dei diritti civili. Noi
non ci stiamo. La Lombardia è di tutti i lombardi non solo di
quelli del Family Day". Deluso anche la consigliera del Pd Paola
Bocci, secondo cui "il mancato sostegno alla manifestazione con
una scritta illuminata sulla facciata di Palazzo Pirelli è
un'occasione persa per dichiarare che la Regione Lombardia è
vicina ai diritti di tutti, e non di parte". Critiche sono
arrivate anche dai Sentinelli di Milano.
Quello di oggi non è il primo no della Regione Lombardia a
iniziative a favore del Gay Pride. L'Ufficio di Presidenza del
Consiglio regionale, sempre guidato dal centrodestra, già nel
2017 aveva negato il patrocinio alla marcia dell'orgoglio
omosessuale. Una posizione confermata lo scorso anno dal
governatore leghista Attilio Fontana, che in un'intervista
rilasciata a poco più di un mese dalla sua elezione aveva
parlato del Gay Pride come di una "manifestazione divisiva",
suscitando numerose polemiche politiche.
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