Presidio di +Europa davanti a
Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia,
"per combattere le discriminazioni di alcuni sindaci contro gli
immigrati regolari". "Dal caso della 'mensa di Lodi' - spiega
una nota del consigliere regionale di +Europa Michele Usuelli -
che aveva privato molti bambini dell'accesso alla mensa
scolastica e al trasporto in scuolabus, a quelli simili di
Vigevano, Inzago e Cologno Monzese, tutti i sindaci sono stati
condannati dal Tribunale di Milano per condotta discriminatoria.
Ora c'è il caso diSesto San Giovanni che, facendo leva su un
"interpretazione restrittiva del Regolamento Regionale 4/2017,
ha modificato i parametri per l'accesso ai bandi per
l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica,
causando un vero e proprio crollo del numero di alloggi
assegnati a cittadini stranieri regolari, già in graduatoria:
nella ex 'Stalingrado d'Italia' erano 29 gli appartamenti
assegnati a famiglie straniere nel 2017, ridotti a soli 2 nel
2018. Così come per Lodi, viene richiesta la produzione di una
certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato
esterno di non possesso di proprietà immobiliari nel Paese di
provenienza; molti degli Stati non hanno un ufficio in grado di
produrre la documentazione richiesta configurando veri e propri
casi di discriminazione che colpiscono decine di famiglie
povere, regolari e con molti bambini".
Al presidio di +Europa hanno partecipato anche l'Unione
Inquilini Sesto, il comitato Uguali doveri di Lodi, Asgi,
l'Associazione Articolo 3 di Vigevano, Radicali Italiani e
l'Associazione Enzo Tortora. "Sono felice che siano qui oggi con
noi alcune famiglie che stanno vivendo sulla loro pelle queste
discriminazioni. Davanti al dilagare di odio, razzismo e delle
guerre tra poveri vogliamo essere argine a questo lungo inverno
che si prospetta" ha spiegato Usuelli. Per revocare "le norme
regionali discriminatorie che, di fatto, impediscono agli
immigrati regolari di accedere a diverse prestazioni sociali"
Usuelli ha presentato in Aula una mozione firmata anche dal
consigliere del Pd Carmela Rozza.
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