"La nostra società non ha bisogno solo di forme più severe di controllo, di interventi più incisivi della politica e delle forze dell'ordine" ma anche di "artigiani del bene comune che contrastino i disonesti e i prepotenti: è necessario resistere e far crescere la rettitudine morale". secondo l'arcivescovo di Milano Mario Delpini.
Nel tradizionale discorso alla città che quest'anno ha intitolato 'Con gentilezza - Virtù e stile per il bene comune', l'arcivescovo ha parlato del bisogno di gentilezza, in un momento dove la polemica e l'aggressività la fanno da padrone, Gentilezza che non è remissività ma un modo di affrontare i problemi che ci sono e che non nasconde. Parla di lavoro, di ambiente, di ambiente, e anche di femminicidio "uno scandalo che impone una reazione ferma". E dei giovani perché "la pandemia da Covid "ha diffuso, soprattutto negli adolescenti e nei giovani, svariate forme depressive, con un aumento considerevole dei disturbi alimentari sino alle forme estreme della bulimia, dell'anoressia, del buttar via la vita nei rischi estremi e nel suicidio - ha aggiunto -. È urgente consolidare un'alleanza per accompagnare le giovani generazioni verso il loro futuro".
Alla politica, anzi a chiunque abbia responsabilità, ha chiesto di essere "autorevole punto di riferimento con discorsi seri e azioni coerenti".
"La nostra società non ha bisogno solo di forme più severe di controllo, di interventi più incisivi della politica e delle forze dell'ordine" ma anche di trovare un "nuovo umanesimo" , "di presidiare le relazioni interpersonali, a fronte di una deriva delle stesse nelle interminabili connessioni virtuali (relazioni tascabili e liquide); di lasciarsi interpellare - ha concluso - dagli ultimi della fila, dai vuoti a perdere, dalle vite da scarto". E ha bisogno appunto degli "artigiani del bene comune".
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