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Caso camici: la procura di Milano chiede il processo per Fontana

Caso camici

Caso camici: la procura di Milano chiede il processo per Fontana

E per altri 4, l'accusa è frode in pubbliche forniture

MILANO, 02 dicembre 2021, 17:00

Redazione ANSA

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Attilio Fontana - RIPRODUZIONE RISERVATA

Attilio Fontana - RIPRODUZIONE RISERVATA
Attilio Fontana - RIPRODUZIONE RISERVATA

La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per il governatore della Lombardia Attilio Fontana e altre 4 persone per la vicenda dell'affidamento da parte della Regione di una fornitura, poi trasformata in donazione, da circa mezzo milione di euro di 75 mila camici e altri dpi a Dama, la società di suo cognato Andrea Dini. La richiesta è stata firmata dai pm Carlo Scalas e Paolo Filippini e dall'aggiunto Maurizio Romanelli. L'accusa è frode in pubbliche forniture.  

Oltre a Fontana, la richiesta di processo riguarda Andrea Dini, titolare di Dama e cognato del governatore lombardo, Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, rispettivamente ex dg e dirigente di Aria spa e, infine, Pier Attilio Superti, vicesegretario generale della Regione. La chiusura delle indagini risale alla fine dello scorso luglio e gli indagati, che inizialmente avevano chiesto di essere interrogati, hanno rinunciato all'esame, ma hanno depositato memorie. "Il presidente Fontana - aveva spiegato l'avvocato Jacopo Pensa - ritenendo evento utopistico che la Procura, dopo l'avviso di chiusura indagine, possa mutare impostazione accusatoria a seguito di un suo interrogatorio ha deciso di riservare le proprie difese alle fasi processuali successive di fronte a giudici terzi".

L'inchiesta, che ha visto lo stralcio in vista dell'istanza di archiviazione del capo di imputazione in cui solo Dini e Bongiovanni rispondono di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, ha al centro la fornitura di dispositivi di protezione individuale, tra cui appunto 75 mila camici, da consegnare in piena pandemia nella primavera 2020 alla Regione. Ne vennero consegnati in realtà solo 50 mila, in quanto venne a galla il conflitto di interessi poichè Dama è società del cognato di Fontana. Per questo la fornitura fu trasformata in donazione, con la conseguenza, secondo la ricostruzione degli inquirenti, che l'ordine non venne perfezionato per la mancata consegna di un terzo del materiale, cosa che ha portato i pm a formulare l'accusa di frode in pubbliche forniture. Ora la parola passa al gup.

"Tutto come volevasi dimostrare. Non c'è nulla di sorprendente dal momento che non è stata accolta la nostra richiesta di archiviazione. D'ora in poi avremo a che fare con un giudice davanti al quale ci difenderemo seduti allo stesso livello dell'accusa. Fontana è certo della sua estraneità alle vicende contestate". Così l'avvocato Jacopo Pensa che, assieme a Federico Papa, ha commentato la richiesta di rinvio a giudizio

"La richiesta della procura di Milano è semplicemente vergognosa: chi ha aiutato la propria comunità dev'essere ringraziato e non processato", dice il leader della Lega Matteo Salvini.
   

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