(di Salvatore Garzillo)
(ANSA) - MILANO, 4 GIU - "Odio mia figlia, ho un rifiuto per
lei. Mi conosci, annegherò lei e la picchierò di continuo. Non
sopporto la sua voce... brutta scimmia. Faccio finta di darle da
mangiare, ma la pizzico". A parlare di questa bambina di 3 anni
mezzo è la mamma, una donna egiziana di 29 anni arrivata in
Italia nel 2010 assieme al marito, suo connazionale e coetaneo.
Le frasi sono una minima parte dell'orrore intercettato dalla
polizia locale di Milano nel corso dell'indagine sui
maltrattamenti subiti dalla piccola negli ultimi mesi. Violenze
fisiche e psicologiche spinte da un odio innaturale verso quella
figlia con l'unica colpa di avere una disabilità cognitiva. Una
condizione mai riconosciuta ufficialmente e che ora si sospetta
possa essere conseguenza del maltrattamento.
I genitori sono stati arrestati venerdì su un autobus in
stazione Centrale diretto a Malpensa. Portavano con sé gli altri
4 figli (di età compresa tra uno e mezzo e 8 anni), in tasca
avevano un biglietto di sola andata per l'Egitto. Agli agenti
hanno chiesto di sbrigarsi perché temevano di perdere il volo.
Mentre li arrestavano, la loro bambina era al sicuro
all'ospedale Fatebenefratelli, dove questa storia è partita. Il
15 maggio l'uomo si è presentato con la figlia, ha detto che
lamentava dolore al braccio per una caduta accidentale. La
bambina era in pessime condizioni igieniche, la radiografia ha
evidenziato una frattura scomposta e altre 15 lesioni con
calcificazione in corso risalenti a settimane prima. L'hanno
tenuta in osservazione e due giorni dopo hanno avvertito gli
agenti dell'Unità tutela donne e minori della polizia locale che
hanno chiesto al pm di avviare le intercettazioni.
"Ho fatto cose bruttissime che non puoi immaginare alla
scimmia - dice la madre in arabo al marito - Le ho pure rotto il
braccio (…). L'ho picchiata a morte. Lei capisce, lei sa tutto,
ma è furba e viziata". I coniugi vivono in una casa abusiva a
San Siro, non distante da quella via Ricciarelli dove il 22
maggio scorso Alijca Hrustic ha ucciso di botte il suo bambino
di 2 anni. Il padre è un muratore, lei una casalinga che aveva
il compito di accudire i cinque figli.
E invece come li trattava lo racconta lei: "Sono stanca e ho
picchiato X e Y (altri due figli, ndr) per colpa sua. Mi
conosci; annegherò lei e la picchierò di continuo". A questo
punto il marito risponde con fermezza: "Allora la uccido". La
donna replica: "Sì, posso anche io, metto il veleno dentro il
suo mangiare. Ho fatto cose bruttissime che non puoi immaginare
alla scimmia. Stai con lei, così capisci cosa passavo con lei.
La scimmia è un grosso problema". Da quando è entrata in
ospedale la piccola non ha mai lasciato la struttura ed è stato
impedito ai genitori di continuare le violenze. Nelle
conversazioni è infatti emerso il loro piano per rapirla, salvo
poi decidere di eliminare il "problema".
"Se vado in ospedale me la mangio viva. Non sopporto la sua
voce, brutta scimmia, sei una grande merda! Mi ha stancato
tantissimo questa scimmia". La soluzione è suggerita dal
compagno al telefono: "Portala in bagno ora e strangolala
subito. Chiudi il suo naso così non respirerà più e falla
finita". Davanti al Gip, i due, assistiti dal legale Emanuele
Bellani, hanno negato ogni cosa dicendo che la piccola "è caduta
in casa, ha sbattuto e si è fatta male da sola". Il giudice ha
però convalidato il loro fermo.(ANSA).