L'assemblea dei soci di Rina,
multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza
ingegneristica, ha approvato il bilancio 2022 che si è chiuso
con ricavi netti a 664 milioni di euro, in crescita del 21%
rispetto al 2021. L'utile netto è salito a 12,5 milioni di euro
a fronte degli 8,1 milioni di euro del 2021.
L'azienda, inoltre, ha presentato il nuovo piano strategico
al 2027 confermando le principali direttrici incentrate su
transizione energetica ed Esg, con un obiettivo di ricavi
organici di circa 1,25 miliardi di euro. Il piano è sostenuto da
una crescita in tutti i settori di riferimento e mira a una
espansione sia in Italia sia all'estero (in particolar modo
negli Usa, nel Regno Unito, in Medio Oriente e in Asia). In
ambito marine la società conferma la strategicità di Grecia e
Asia, mentre la business unit Certificazione mira a una
espansione a livello europeo e al consolidamento del proprio
posizionamento in Italia. Rina sosterrà il piano di sviluppo con
una crescita organica importante: entro il 2027 è prevista
l'assunzione in tutto il mondo più di 1.800 profili
specializzati.
"Il 2022 si è chiuso con risultati in linea con le previsioni
di crescita, nonostante elementi esogeni quali il conflitto in
Ucraina e i costi dell'energia", afferma Ugo Salerno, presidente
e amministratore delegato di Rina. "Le direttrici strategiche
identificate due anni fa - aggiunge - continuano a
concretizzarsi: il rafforzamento oltreoceano ci consentirà di
costruire una solida piattaforma negli USA, proseguendo un
percorso di crescita organica globale che nell'ultimo anno ha
portato circa un migliaio di nuovi colleghi in Rina e che
prevede l'assunzione di circa 600 persone - di cui la metà in
Italia - entro fine 2023".
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