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Ponte Genova: pm chiede atti dopo deposizione teste

Ponte Genova: pm chiede atti dopo deposizione teste

Dirigente Spea rischia di essere indagato dopo sua testimonianza

GENOVA, 24 marzo 2023, 15:58

Redazione ANSA

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Da testimone del processo Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime) rischia di ritrovarsi indagato. Il pubblico ministero Walter Cotugno ha chiesto la trasmissione degli atti dopo la deposizione nel corso del processo di Andrea Pancani, responsabile dell'ufficio di Spea Sorveglianza Utsa. Il collegio trasmetterà la trascrizione nei prossimi giorni e a quel punto la procura valuterà se indagarlo o meno.
    Pancani era venuto a Genova nel 2019, dopo il crollo, per rifare le ispezioni sulle infrastrutture del tronco ligure. Nel corso delle indagini aveva detto che in Toscana le ispezioni avvenivano entrando nei cassoni. Quando è stato sentito nel processo ha, incalzato dalle difese, ha ammesso che anche a Firenze non si entrava nelle parti cave delle opere. Dopo la testimonianza il pm ha chiesto gli atti per eventualmente indagarlo per falso, visto che dentro i cassoni non sarebbero andati nemmeno in Toscana.
    Ieri la procura aveva fatto acquisire al collegio una mail ricevuta nel 2016 dallo stesso Pancani nella quale venivano indicate le parole da non usare nei report sui viadotti controllati da Spea (la società controllata di Aspi che si occupava della sorveglianza) e che, secondo l'accusa, dimostrerebbe la prassi di 'edulcorare' il reale stato delle infrastrutture. La mail era stata spedita dagli imputati Alberto Ascenzi (all'epoca del crollo responsabile dell'ufficio Spea Supporto tecnico alla vigilanza) e Fabio Sanetti (allora responsabile dell'ufficio di Spea Sorveglianza Utsa del Primo tronco). Nella mail i due dicono a Pancani di eliminare, nelle osservazioni in calce alle relazioni trimestrali, le parole "non ispezionabili", "non accessibili e "calcestruzzo in distacco".
   
   

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