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Ponte di Genova: Governo parte civile, ma non contro Aspi

Udienza preliminare rinviata a novembre in attesa ricusazione

Il governo e il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili hanno chiesto di costituirsi parte civile nella prima udienza preliminare per il crollo del ponte Morandi. Una richiesta contro tutti i 59 imputati e la società Spea (la controllata che si occupava di manutenzioni e monitoraggi) ma non contro Autostrade. Una scelta, secondo diversi legali, legata all'accordo raggiunto tra Mims e Aspi che prevede alcuni impegni, tra cui l'esecuzione da parte della società di misure per la collettività per un importo di 3,4 miliardi e investimenti per 13,6 miliardi sulla rete ma anche per l'acquisizione da parte di Cassa depositi e prestiti delle quote di Atlantia.

La prima udienza preliminare dell'indagine sulla tragedia del 14 agosto 2018, costato la vita a 43 persone, si è aperta con la ricusazione del giudice Paola Faggioni da parte dei difensori di Giovanni Castellucci e altri imputati. Secondo i legali il gup avrebbe già espresso un giudizio sulla vicenda nell'ordinanza delle misure nell'ambito dell'indagine sulle barriere fonoassorbenti. Per questo il magistrato ha rinviato all'8 novembre: la corte d'appello dovrà decidere se accogliere o meno l'istanza e quindi se il giudice dovrà essere cambiato.

"La richiesta di ricusazione da parte dei legali dei cinque imputati oggetto di misure cautelari poi annullate dal tribunale del riesame era per noi un atto dovuto. Il gup aveva già espresso valutazioni pregiudiziali" ha spiegato l'avvocato Guido Carlo Alleva, legale dell'ingegnere Castellucci. Nel frattempo in circa 300 hanno depositato la richiesta di costituirsi parte civile: si va dal comitato dei parenti delle vittime, alla famiglia di Giovanni Battiloro (una delle vittime del crollo), passando per i comitati degli sfollati di via Porro, i lavoratori del deposito Amiu accanto al viadotto, le associazioni di Consumatori e varie onlus, Cgil, Cisl e Uil, per finire con Regione Liguria e Comune di Genova che ha chiesto la citazione delle società Aspi e Spea e del Mims come responsabili civili, in caso di condanne dovranno risarcire. "Un numero troppo alto - ha sottolineato l'avvocato Antonio Cirillo che assiste la famiglia Battiloro, riferendosi alle richieste di parti civile - e che rischia di affossare il processo. Forse non tutte dovrebbero essere ammesse e casomai chiedere i danni in sede civile". La scelta della presidenza del consiglio dei ministri e del Mit di costituirsi è stata apprezzata da Egle Possetti, portavoce del comitato dei parenti delle vittime. "È andata bene. C'è stata la sorpresa della costituzione di parte civile del ministero e del governo, è un'ottima notizia inaspettata. Lo Stato è al nostro fianco, è un atto importante".

Il papà di Giovanni Battiloro, Roberto è stato tranchant: "Aspettiamo che tutto si svolga in velocità e che ci siano pene esemplari". Unico imputato presente in aula è stato Roberto Ferrazza, provveditore alle opere pubbliche per la Liguria, il Piemonte e la Valle d'Aosta. Ferrazza è stato 'scaricato' in aula dall'avvocatura dello Stato perché dovranno assistere Mims e Governo. "Vengo per seguire tutte le udienze - ha spiegato il provveditore - come un atto di partecipazione dovuto. Non si vive bene di fronte a un evento in cui ci sono stati 43 morti. L'evento in sé è gravissimo e spero di dimostrare che l'operato mio e della mia amministrazione è stato corretto fino in fondo".

L'udienza vede imputate 59 persone tra ex dirigenti e tecnici di Aspi e Spea e del ministero. Secondo la procura, che ha coordinato le indagini del primo gruppo della guardia di finanza, il Morandi crollò per incuria, per le mancate manutenzioni rinviate per garantire il massimo risparmio e potere avere maggiori dividendi da distribuire ai soci. Nelle prossime settimane, invece, potrebbero essere chiuse le altre indagini nate dopo la tragedia e cioè quelle sulle barriere fonoassorbenti pericolose, quella sui falsi report sui viadotti e quella sulle gallerie.
   

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