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Teatro: morto Sciaccaluga, camera ardente alla Corte

Firmò il primo lavoro da regista a 22 anni

 E' morto, vinto da un male incurabile, Marco Sciaccaluga, ad agosto avrebbe compiuto 68 anni. Formatosi alla Scuola del Teatro Stabile, nel 1975, a soli 22 anni, aveva debuttato come regista firmando la prima nazionale di "Equus" di Shaeffer. Da allora era rimasto fedele al Teatro della sua città dove è cresciuto artisticamente ricoprendo via via ruoli di rilievo, da regista principale a condirettore (quando Ivo Chiesa lasciò la guida affidandola ai suoi due "pupilli", Sciaccaluga, appunto e Carlo Repetti) a direttore della Scuola.
    Innumerevoli i suoi spettacoli in quasi cinquant'anni di attività: amava in particolare citare "Morte di un commesso viaggiatore", "Re Lear" "Un mese in campagna", "Svet", "Un nemico del popolo". E tanti gli attori che hanno lavorato con lui: dai grandi "vecchi" come Eros Pagni, Gabriele Lavia, Vittorio Franceschi, alle giovani leve che con lui si sono formate come Alice Arcuri, Orietta Notari, Barbara Moselli, Gianluca Gobbi, Roberto Serpi, Alberto Giusta. 

Sarà allestita domani, venerdì, la camera ardente per Marco Sciaccaluga al Teatro della Corte di Genova, dalle 10 alle 19. Sabato alle 11, ancora in teatro, ci sarà l'ultimo addio con ingresso a invito e uno schermo posizionato fuori per chi volesse seguire la manifestazione. "Se ne va il più grande regista italiano e molti non lo hanno capito, forse perché lo avevano lì, in casa", dice Eros Pagni, icona del teatro italiano e di quello genovese, strettissimo collaboratore del regista e attore genovese scomparso ieri. Quella di Sciaccaluga era una "presenza" forte non solo come regista, ma anche come grande didatta della Scuola di Recitazione, della quale aveva mantenuto la direzione, anche dopo essere andato in pensione. Pagni ha lavorato con Sciaccaluga quasi tutta la vita, a partire dallo spettacolo d'esordio del giovane regista nel 1975, "Equus": "Il mio stato d'animo è di totale disperazione. Con Marco ho avuto i momenti più importanti della mia carriera, ho raggiunto traguardi notevoli proprio nei suoi spettacoli. Non posso che dirgli un grazie dal profondo del mio cuore". "Ci sono figure che ci fanno ricordare di essere comunità teatrale - è il commento di Davide Livermore, direttore del Teatro di Genova -. Lui era una di queste personalità, talmente aggregante, legato alla storia del saper fare bene le cose. Sono fiero del rapporto che avevamo instaurato, di totale stima e rispetto. Mancherà al teatro, mancherà all'Italia un grande artista e un grande didatta. E tocca a noi raccoglierne l''eredità". "Eravamo coetanei - ricorda il regista Giorgio Gallione - ma io mi sono avvicinato un po' più tardi al teatro rispetto a lui che è stato un enfant prodige, per cui è stato lui a farmi il primo provino. Gli debbo dire grazie perché mi è stato silenziosamente vicino nei primi anni di carriera". "Marco mi ha portato per mano nel teatro - aggiunge Andrea Nicolini, attore, musicista, cugino di Sciaccaluga -. Vedevo la sua passione per il palcoscenico nei suoi occhi, sapeva comunicare in maniera incredibile. Mi ricordo quando da piccolo andavo con lui a vedere i suoi spettacoli. Gli debbo il mio innamoramento per le scene, la scoperta di un mondo straordinario". (ANSA).
   

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