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Cittadini e associazioni, salvare i 22 pini di Villa Massimo

Cittadini e associazioni, salvare i 22 pini di Villa Massimo

Vanno curati e piantumati quelli abbattuti, 60 dal 2015

ROMA, 30 marzo 2023, 14:05

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"I 22 pini residui di Villa Massimo, testimoni di un'epoca irripetibile, sono tutti malati di Toumeyella. Se non saranno curati subito, sono destinati ad una fine ineluttabile e con loro, l'identità della Villa. Perché il Comune non ha ancora effettuato la cura endoterapica obbligatoria, per salvare la pineta e consentire ai cittadini il suo godimento futuro? Mentre Comune e Municipio si stanno occupando delle autorizzazioni per la realizzazione nell'area di un progetto di ristorazione, bar, ristorante al chiuso e all'aperto, parco giochi, tavolini, bagni, per "la piena fruizione alla collettività", non hanno dimostrato al contempo altrettanto interesse alla conservazione di un bene paesaggistico pubblico e alla sopravvivenza dei suoi caratteri identitari e storici". L'accusa arriva da una serie di associazioni e comitati: Comitato Salviamo Villa Paolina, Comitato per la difesa della Pineta di Villa Massimo, Italia Nostra, Comitato Villa Blanc, Associazione Rinascita Tiburtina, Comitato per la tutela del complesso archeologico di S.Agnese fuori le mura, Comitato Decoro Urbano i quali ricordano che la Pineta di Villa Massimo ha una storia antica: faceva parte di una tenuta della famiglia Massimo che risale al Cinquecento e si estendeva da Villa Torlonia all'attuale Piazza Bologna, che poi, nella divisione effettuata nell'Ottocento, è passata ai Torlonia è sottoposta a doppio regime di tutela, monumentale e paesaggistica, grazie ad un decreto ministeriale che ne riconosce "la non comune bellezza" e perché appartiene alla categoria di "area boscata" tutelata dalla legge n. 42/2004." I cittadini pertanto chiedono che vengano subito attivate le cure endoterapiche necessarie per salvare gli antichi 22 pini dalla Toumeyella e tentare di salvare anche gli altri più giovani, ma ancora sani. Invitano infine le istituzioni pubbliche a garantire appena possibile la piantumazione dei pini abbattuti nel tempo (circa sessanta dal 2015).
   

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