"Una precisa strategia caratterizzata
da comportamenti aggressivi e violenti orientati contro le forze
dell'ordine e gli organi di stampa". E' quanto scrive il gip di
Roma, Ezio Damizia, nell'ordinanza di custodia cautelare a
carico di nove persone raggiunte da misure cautelari per gli
scontri avvenuti al Circo Massimo il 6 giugno del 2020.
L'indagine è stata condotta dai pm di piazzale Clodio,
coordinati dal procuratore Michele Prestipino. "Le condotte
violente - è detto nel provvedimento di una trentina di pagine -
si sono innestate nel contesto di una manifestazione già
autorizzata e l'inizio degli scontri può ravvisarsi nel
tentativo di alcuni giornalisti di intervistare un manifestante,
presumibilmente al fine di evitare che questi rilasciasse
dichiarazioni senza l'autorizzazione dei promotori". Per il
giudice è "evidente che gli scontri avvenivano in ragione della
pervicace ed insistita volontà dei manifestanti di realizzare
azioni di violenza preordinata tanto contro le forze dell'ordine
quanto contro i rappresentanti degli organi di stampa,
'colpevoli', questi ultimi, di aver mostrato interesse verso una
manifestazione che può definirsi 'anomala' poiché manifestazione
politica promossa e partecipata da esponenti delle tifoserie
nazionali notoriamente divise da questioni territoriali e,
sovente anche da opposte ideologie politiche". La manifestazione
"organizzata e pubblicizzata con l'intento di esprimere un
dissenso verso i provvedimenti del governo è diventata invece il
pretesto per porre in essere studiate e programmate azioni di
guerriglia urbana che hanno avuto come bersaglio i giornalisti e
le forze dell'ordine". Le modalità degli scontri "appaiono
particolarmente violente anche in ragione del numero degli
operanti che hanno riportato lesioni nonché in considerazione
della tipologia di lesioni riportate", conclude il gip.
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