Un 'complotto' per evitare che il
Trastevere, terza squadra della capitale che rappresenta il
celebre rione, salga in Serie C ponendo quindi, una volta di
più, all'attenzione l'annoso problema della mancanza di impianti
sportivi adeguati a Roma e, nello specifico, l'assenza di un
campo dove poter far giocare un club di terza serie. E' un
teorema a cui in via della Lungaretta non vogliono credere,
nonostante le perplessità suscitate da alcuni recenti arbitraggi
nelle partite in cui ha giocato la squadra di Sergio Pirozzi.
"Alcune testate giornalistiche hanno riportato la notizia di
recriminazioni da parte di nostri dirigenti a seguito
dell'arbitraggio, a loro dire sfavorevole alla squadra del
Rione, - è scritto in una nota diffusa dal Trastevere -, sia
nella gara di sabato scorso contro il San Donato Tavarnelle, che
nelle due precedenti contro il Trestina e il Lornano Badesse. Il
Trastevere calcio vuole ribadire che nutre la massima stima e
fiducia nella classe arbitrale e nei suoi designatori". "Se
qualche rimostranza vi è stata - continua il comunicato -, ciò è
dovuto esclusivamente al particolare momento emotivo di un fine
gara. Impensabile, invece, come è stato scritto, accostare
presunti 'torti arbitrali' alla mancanza di uno stadio a Roma in
caso di promozione del Trastevere in serie C; infatti, se è vero
che una mancata vittoria finale della squadra del Rione
risolverebbe, come d'incanto, lo spinoso problema dello stadio
all'Amministrazione Capitolina, è inconcepibile ipotizzare una
tale equazione".
"Anzi, si coglie l'occasione per ringraziare l'assessore allo
Sport Daniele Frongia e il presidente della Commissione Sport
Angelo Diario - conclude la nota - per l'impegno che stanno
dedicando all'ardua ricerca volta a consentire al Trastevere (o
ad altre squadre romane) di poter giocare a Roma un campionato
professionistico".
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