Quindici anni di lavoro nelle cavità
e nelle profondità della terra per narrare la storia del
femminile nella nostra anima. È da qui che nasce il percorso
artistico di Nora Lux, artista, fotografa, che firma il progetto
Solve et Coagula, presentato, in tempo di coronavirus, in
streaming il 7 e 21 maggio alla Galleria Canova 22 di Roma,
proprio lì dove il grande scultore Antonio Canova infornava le
sue terrecotte.
Dalle immagini di se stessa come Dea Madre nelle vie sacre e
negli ipogei degli etruschi, il lavoro di Nora Lux nel tempo si
è evoluto in azioni performative che, nell'approccio
dell'autrice, rappresentano il naturale sviluppo degli
autoscatti. "Azioni" che sono veri e propri rituali di
sintonizzazione con le energie dei luoghi, riti che possiedono
la funzione di immergere l'artista nell'inconscio collettivo
trasmettendo al pubblico frammenti di una nuova conoscenza, con
forti elementi totemici come il corvo, simbolo dello stato
iniziale dell'opus chiamato Nigredo, o nuove figure di
comunicazione spirituale tra la terra e il cielo, come il pavone
(Albedo) e l'aquila (Rubedo), simboli di trasformazione presenti
nel suo Vitriolum (2017-2019).
A Canova 22 Nora Lux presenterà alcune immagini dell'ultimo
lavoro fotografico "Solve et coagula" e due Azioni differenti,
"Mutaforma", con testi critici di Plinio Perilli e Franz Prati.
Mutaforma è composto di due momenti performativi distinti ma
connessi tra loro. Ad accompagnare il primo momento, il 7 maggio
è il suono di un rombo preistorico, strumento sciamanico suonato
e registrato dalla stessa artista; nel secondo, il 21, è un
brano inedito, realizzato attraverso uno studio sulla risonanza.
L'architettura della fornace dialoga con il suono, come nei
templi di Malta 7000 anni fa (le Azioni saranno alle 20 in
streaming e diretta Facebook sul profilo di Nora Lux e sulla
pagina di Canova 22).
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