"Ho voglia di stare all'aperto, di
viaggiare al Nord e al Sud Italia, andare nella mia campagna,
voglio quasi accarezzare l'Italia per essere stata violentata da
questo terrore. Quando tutto sarà finito, speriamo presto,
l'atto d'amore per il mio paese sarà viaggiare qui, magari
scoprire posti che non conosco". Carlo Verdone è accorato,
provato, nostalgico, sentimentale. Tira fuori le corde comuni a
tutti noi in questi giorni attaccati alle notizie terribili,
spettatori e purtroppo insieme anche protagonisti del peggior
film catastrofico che mai avremmo pensato di vivere oltre che di
vedere. L'attore riflette in video, nella clip che apre "Prima e
dopo il Virus: parla il cinema italiano", l'iniziativa di Mario
Sesti, realizzata dalla Fondazione Cinema per Roma. Raccoglie in
video le testimonianze di autori, produttori e attori del nostro
cinema. Dal 25 marzo, le clip saranno condivise sul sito
www.romacinemafest.org e attraverso i canali social della
Fondazione @romacityfest. Comincia Verdone, proseguono Liliana
Cavani (27 marzo), Cristina Donadio (28), Daniele Luchetti (29).
Hanno aderito anche Sara Serraiocco, Francesca Archibugi, Paola
Cortellesi, Francesca Cima.
Il regista prova a rilassarsi, ascoltando buona musica
classica e anche del buon rock, poi se si vuole qualcosa di più
forte per l'anima consiglia le Lettere a Lucilio di Seneca.
Secondo Verdone l'emergenza coronavirus "cambierà molto la
collettività, avremo voglia-dice- di stare con le persone ma con
cautela, forse diventeremo più disciplinati". Quanto al cinema,
prevede "tanta voglia di leggerezza e grazia. Noi autori
riflettendo i desideri del pubblico ne sentiremo bisogno,
scriveremo racconti divertenti, non avremo bisogno - dice
Verdone - di film emotivamente catastrofici perché questo
periodo è un brutto film e non lo vogliamo certo rivedere".
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