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Coronavirus: Veretout e Roma deserta, ora è una città morta

Coronavirus

Coronavirus: Veretout e Roma deserta, ora è una città morta

Giocatore francese: "Mia figlia mi chiede della bestia là fuori"

ROMA, 21 marzo 2020, 13:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Roma, ora, è una città morta".
    Jordan Veretout fotografa così le sensazioni vissute in una città diventata col passare dei giorni sempre più deserta a causa delle limitazioni imposte per l'emergenza coronavirus. Il giocatore della Roma, intervistato da l'Equipe, trascorre le giornate con la moglie Sabrina e le due figlie nella sua villa di Casal Palocco. "Nel mio quartiere c'è sempre rumore di fondo", spiega il centrocampista francese, mentre adesso "quando esco in giardino con le mie figlie, c'è una sensazione di vuoto, di niente, è un po' spaventoso". E allargando lo sguardo alla Capitale il discorso non cambia: "Di solito è una città sempre affollata. Le grandi piazze, il Vaticano, solitamente sono sempre piene. Ma viviamo così ora. La situazione è molto grave.
    Senza la mobilitazione di tutti non ne usciremo".
    Restare a casa quindi per uscire il prima possibile dall'emergenza coronavirus. Un concetto che Veretout ha dovuto spiegare anche in famiglia. "Quando mia figlia mi ha chiesto se poteva uscire in giardino o se ci fosse la bestia, le ho risposto che c'è una piccola bestia nell'aria, ma poteva uscire a giocare in casa - le sue parole -. Con le mie figlie realizziamo disegni, giochi da tavolo, abbiamo organizzato una caccia al tesoro. Balliamo e giochiamo a nascondino. Quando i giochi saranno finiti, le mie figlie mi taglieranno i capelli.
    In questo momento, anche loro sono in quarantena".
   

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