Davvero una bella esecuzione, con
buoni interpreti e un allestimento di grande forza espressiva
questa applauditissima, de L'angelo di fuoco, di Prokofiev
proposta il 23 maggio dall'Opera di Roma (4 repliche sino al 1
giugno). Opera molto rara da vedere (si ricorda un'edizione alla
Fenice del 1955 con regia di Strehler, una al Festival di
Spoleto del 1959, poi quella con regia di Puecher del 1966
proprio a Roma) eppure con una sua forza e qualità, oltre a una
vicenda da poter leggere al femminile come ha sottolineato la
regia di Emma Dante, che ha puntato come Prokofiev sulla forza
devastante e repressa del desiderio della protagonista, Renata,
che per questo viene presentata come la Madonna addolorata
trafitta da spade quando alla fine viene condannata al rogo.
Prokofiev qui porta avanti il discorso musicale iniziato con Il
giocatore riempiendo di musica gli spazi del recitativo,
puntando dall'inizio con l'apparizione dell'angelo, sui motivi
che si legano agli avvenimenti salienti del dramma.
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