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Il Cas chiude, i migranti e il quartiere: 'Salvate la squadra di calcio'

Protesta del Pineto United, 'esempio di integrazione'

Corrono come schegge in magliette e calzoncini verdi, con il pallone tra i piedi sui campetti della periferia romana. Sono incoraggiati dal pubblico di un intero quartiere ora in mobilitazione affinché il Centro di Accoglienza Stranieri sull'Aurelia, che in due anni ha visto crescere quei calciatori-migranti, non chiuda per sempre. Rischia di tramontare il modello di integrazione della 'Pineto United', la squadra di calcio a nord di Roma iscritta al campionato di terza categoria: una formazione multietnica, composta da ragazzi del quartiere e quindici migranti, rifugiati e richiedenti asilo. "Stiamo perdendo alcuni pezzi della squadra. Il nostro attaccante, tra i più bravi, è già dovuto andare via", racconta Samba, il 22enne della Guinea e capitano della squadra mentre prepara le valigie nel Cas 'Gelsomino'. La struttura chiuderà definitivamente nelle prossime ore - a quanto si apprende dagli operatori - per problemi economici.

La Prefettura ha disposto un piano di ricollocazione dei 165 ospiti, alcuni dei quali saranno trasferiti in strutture lontano dalla Capitale. "Ci sarà una brusca interruzione del percorso formativo e di inclusione sociale di questi ragazzi", spiegano i supporter della Pineto United, nata grazie all'associazione artistica 'Pinacci Nostri'. Alcuni abitanti del quartiere si sono anche riuniti in un sit-in davanti al Cas portando in strada lo striscione che tutte le settimane esponevano sugli spalti e dove si legge 'North-West Donkeys', (Ciuchi di Roma Nord-Ovest), un'assonanza con 'Monkeys', scimmie, "anche per sbeffeggiare i cori razzisti che purtroppo si sentono in altri stadi italiani ben più grandi del nostro", spiega qualcuno.

I quindici giovani ventenni, gambiani, maliani, guineani e ivoriani, giocano da due anni al fianco di ragazzi romani nella 'Petrol Cup', un torneo per squadre di terza divisione. E assieme a loro sono impegnati in progetti per la riqualificazione e tutela del vicino Parco del Pineto (da cui prende il nome la squadra) o il recupero di spazi abbandonati come l'ex campo di calcio di Valle Aurelia e svolgono servizio civile in alcune strutture del quartiere. Anche per questo molti ragazzi non vogliono che i 'ciuchi' della periferia della Capitale vadano via mentre loro, davanti al Cas, rassicurano di non avere paura e continuano ad esibirsi nei loro dribbling. Stavolta sull'asfalto polveroso.

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