(ANSA) - MILANO, 24 GIU - La digitalizzazione delle Piccole e
medie imprese in Italia potrebbe portare 10,2 miliardi di euro
di contributo al Pil e 208 mila nuovi posti di lavoro. Le Pmi
che usano i canali digitali sono riuscite a far crescere del 20%
i propri ricavi, del 30% la propria clientela e del 40% il
numero dei follower con una crescita del 50% delle visite presso
gli store fisici. E' il risultato di uno studio realizzato per
Meta, la società madre di Facebook, da The European House -
Ambrosetti e presentato a Roma nel corso di della tavola rotonda
'Il contributo dei social network e dei canali digital per la
crescita e la digitalizzazione delle Pmi italiane'. Secondo il
Digital Index Pmi, elaborato per l'occasione da Ambrosetti, le
Pmi italiane sono al 18/mo posto nell'Ue27 per livello di
digitalizzazione e interazione digitale con i clienti. Ancora
più ampio il ritardo nello sviluppo delle competenze digitali:
sono al 21/mo posto, con i livelli più bassi di specialisti di
Information Technology in Europa. Un divario reso ancora più
evidente dal fatto che solo il 15% delle Pmi tricolori è in
grado di fornire formazione digitale ai propri dipendenti (la
media Ue è del 18%). Se l'Italia raggiungesse i valori di
Danimarca, Finlandia e Svezia, i tre paesi 'best performer',
potrebbe aumentare fino al 9,2% la produttività del lavoro nelle
Pmi e generare fino a 24,8 miliardi di euro aggiuntivi di
contributo al Pil. "Gli strumenti digitali non sono mai stati
così importanti come in questo momento. Lo studio dimostra che
il digitale può contribuire a far crescere in modo significativo
l'occupazione, anche in quegli ambiti in cui il nostro Paese è
ancora fanalino di coda in Europa", ha dichiarato Luca Colombo,
country director di Meta in Italia. "Particolarmente critici
sono i ritardi nell'ambito delle infrastrutture di rete e delle
competenze digitali nelle imprese. E' quindi più che mai urgente
intervenire per consentire il pieno dispiegamento del potenziale
di crescita per il sistema Paese", ha aggiunto Valerio De Molli,
managing partner e a.d. di The European House - Ambrosetti.
(ANSA).