In Italia le startup nate in ambito universitario non sempre sono innovative e quindi risultano poco interessanti per gli investitori. L'avvertimento arriva dal principale network di business angel italiano, Italian Angels for Growth, in occasione della riunione annuale che si è tenuta alla Luiss Enlabs di Roma. Secondo i dati di Netval, associazione che raggruppa gli uffici di trasferimento tecnologico delle principali università italiane, In Italia esistono 1.373 spin-off iscritte al registro delle startup innovative e tra queste il 90% è generato in ambito accademico. Ma nel mondo degli spin-off universitari servirebbe maggiore attenzione al fenomeno - spiega il presidente di Iag, Antonio Leone - perché non tutte le startup nate negli atenei hanno l'obiettivo di portare innovazione nel mondo. Non è un caso che solo il 5% circa di tutte queste startup possa vantare un fatturato superiore al milione di euro". "Nulla di patologico - aggiunge - ma sarebbe bene fare chiarezza per il sistema, concentrando le risorse sugli spin-off con vero potenziale". Tra gli atenei censiti da Netval per numero di spin-off, spiccano in particolare alcune università, inserite nella Top five. Dopo il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che ha contribuito alla creazione di 74 spin-off, ci sono il Politecnico di Torino, con 74 startup create (il 6% del totale), l'Università di Genova (3,7%), l'Università di Padova e Scuola Superiore Sant'Anna (3,5%) e l'Università di Firenze (3,1%). Il nord si conferma l'area a maggiore concentrazione di spin-off (47%), con Lombardia (10%) e Piemonte (9,5%) in prima fila. Nel Centro Italia si trova invece il 29% degli spin-off creati in totale, di cui il 12% in Toscana, mentre il restante 24% è diviso tra le regioni del sud Italia.