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Molinari al The Open "2018 magico, ora cerco fiducia"

"Non sono al top. Stop caos Superlega, sogno Ryder con Dodo"

Redazione ANSA ROMA

(di Federico Colosimo)

(ANSA) - ROMA, 12 LUG - Dal trionfo alle difficoltà, dalle vittorie agli insuccessi, dal The Open al The Open. Francesco Molinari riavvolge il nastro. Nel 2018 a Carnoustie, in Scozia, s'è affermato come primo italiano a vincere un Major, quello più antico al mondo, e ad alzare al cielo la Claret Jug. "Porto dentro di me ricordi bellissimi, indelebili. Mai avrei immaginato di poter vincere e invece, colpo dopo colpo, mi sono creato l'opportunità. Ricordo la sfida con Tiger, il vento, l'impresa. Fu un'apoteosi", il racconto di Chicco Molinari in un'intervista all'ANSA a due giorni dal via della 150esima edizione del The Open, in programma all'Old Course di St.
    Andrews, in Scozia. Quell'exploit fu il culmine di un anno d'oro che lo portò poi a trascinare il team Europe alla Ryder Cup di Parigi. Dopo il The Masters, nell'aprile 2019 in cui ha sfiorato il capolavoro, tutto è però cambiato. Nessuna vittoria, molte difficoltà, tra trasferimenti (da Londra a Los Angeles), infortuni e rinunce, come quella di saltare i Giochi di Tokyo.
    "Vincere è difficile, riconfermarsi lo è ancora di più", spiega il torinese. "Rimanere a livelli altissimi è complicato. Ho vissuto momenti magici, ora cerco costanza di rendimento. Mi manca un po' di fiducia in me stesso e anche a livello tecnico non sono al top. Sto provando a ritrovare serenità ed equilibrio, ma anche continuità".
    Il The Open per provare a tornare a sognare, nella culla del golf, St. Andrews. "Questo è un luogo magico, che vive intorno al golf. Il campo è antico e il vento può fare la differenza. Se dovesse alzarsi, sarà un test complicato. Al contrario, se dovesse calare diventerà tutto più semplice. Le condizioni metereologiche possono incidere".
    All'Old Course, il piemontese ritrova il suo idolo: Tiger Woods.
    Quel fenomeno intramontabile che Molinari sconfisse proprio a Carnoustie nel 2018 e poi alla Ryder di Parigi in tre incontri di doppio. Con il californiano che si prese quindi la rivincita ad Augusta nel 2019. "Woods è il golf - ammette senza indugio Molinari - e per quello che è, la carriera che ha fatto, nessuno lo può escludere dalla lista dei possibili vincitori. Detto questo, arriva da un periodo complicato, con un infortunio tremendo alla gamba destra. Leggere la sua situazione da fuori è difficile. Il campo si adatta bene alle sue caratteristiche ma restano le incognite sulla condizione fisica".
    Molinari dice la sua anche sull'avanzata economica della Superlega e le polemiche che coinvolgono PGA Tour e DP World Tour. "Sono d'accordo con Rory McIlroy quando dice che questa vicenda sta creando tensioni e animosità che mai c'erano state prima nel mondo del golf. Spero davvero che si possa trovare una soluzione e non intendo giudicare nessuno. Capisco da professionista quanto non sia facile accettare le lusinghe della LIV Golf compromettendone la carriera. E' deprecabile vedere da dove arrivino quei soldi, seppur viviamo in un mondo dove il denaro la fa da padrona. Al contempo però non mi sento di criticare chi accetta offerte che appaiono irrinunciabili. Detto questo, io non ho avuto al momento alcun contatto con la Superlega araba e sarei felice se l'attenzione rimanesse solo sul golf giocato".
    Se qualificarsi alla Ryder Cup cinque anni fa rappresentava solo una formalità, adesso verso l'appuntamento del 2023 in Italia e al Marco Simone Golf & Country Club, per Molinari la strada è più complicata. Ma il sogno di giocare a Roma la sfida tra Europa e Usa, il torinese vuole realizzarlo. Anche per raggiungere nel team il fratello Edoardo (tra i vicecapitani del Vecchio Continente), con cui nel 2010 in Galles conquistò il trofeo. "La nomina di Dodo è motivo di orgoglio per lui e per tutta la nostra famiglia. Un momento bellissimo, emozionante.
    Sono certo che eserciterà al meglio questo ruolo aiutando in tutto e per tutto il capitano, Henrik Stenson. Sarebbe ovviamente bellissimo esserci e posso assicurare che ce la metterò tutta. E' una promessa". (ANSA).
   

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