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La Superlega divide il 'green', scontro Major agli Us Open

USGA:"In futuro possibile esclusione per chi ha scelto LIV Golf"

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 16 GIU - L'avanzata economica della Superlega araba sta spaccando il mondo del golf e mettendo in secondo piano anche lo US Open, terzo Major del 2022 cominciato oggi a Brookline, in Massachussetts. Campioni divisi, tra chi ha scelto la LIV Golf (da Dustin Johnson, ex numero 1 al mondo, a Phil Mickelson, passando per altri vincitori Major come Sergio Garcia e Bryson DeChambeau) e chi ha deciso di rimanere sul PGA Tour (tra questi i migliori tre al mondo, a partire da Scottie Scheffler). Una battaglia, anche legale, che fino a questo momento non ha però escluso i big da eventi clou quali i Major.
    Tant'è, dal 2023 qualcosa potrebbe cambiare. "Non escludo che un giorno la USGA possa scegliere di bandire dallo US Open coloro che hanno sposato il progetto della Superlega araba". E' questa la posizione espressa da Mike Whan, amministratore delegato della USGA. Al momento però fedelissimi e "secessionisti" del green sono in campo l'uno al fianco dell'altro. La vicenda continua a far discutere e ad interessare la stampa mondiale, New York Times compreso. Che si sofferma proprio sulle quattro diverse entità che governano i Major: l'Augusta National (per il The Masters), la USGA (US Open), l'R&A (The Open) e la PGA of America (PGA Championship). Realtà separate che possono prendere decisioni autonome, in contrasto tra loro.
    Intanto, Rory McIlroy (numero 3 del world ranking) e Collin Morikawa (settimo al mondo), tra coloro che hanno respinto da subito le avances della LIV Golf, criticando fortemente le loro azioni di disturbo, nella 122esima edizione dello US Open sono partiti forte. Al The Country Club (par 70) avvio complicato per Francesco Molinari (primo giro chiuso in 73, +3 colpi), in difficoltà. Nessun sussulto neanche per Guido Migliozzi (il secondo azzurro in gara, per lui parziale di 72, +2) che nel 2021 ha chiuso la competizione al quarto posto.
    E negli Stati Uniti, in secondo piano è finito perfino il montepremi dello US Open, di 17.500.000 dollari. Cifra super ma non per la LIV Golf che la scorsa settimana, nel suo primo torneo a Londra, ne ha garantiti 25.000.000 (di cui 5.000.000 per la competizione a squadre) per un evento che neanche aveva valenza per l'ordine di merito mondiale. (ANSA).
   

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