(di Alice Fumis)
A distanza di un anno, è ancora
stallo sulla risoluzione della vertenza Wartsila. I sindacati si
mantengono prudenti: in mancanza di "notizie ufficiali" su nuovi
progetti di reindustrializzazione del sito di Bagnoli della
Rosandra (Trieste), preferiscono attendere i prossimi giorni e
in particolare il momento in cui anche il governo e le
istituzioni sveleranno la loro proposta "di alto profilo
industriale", così come annunciata dal ministro delle Imprese e
del Made in Italy, Adolfo Urso.
Domani sarà passato un anno esatto dal giorno in cui la
multinazionale finlandese, con una breve nota diffusa alla
stampa, comunicava la cessazione della produzione nel sito
triestino - quello che in passato era stato della Grandi Motori
- e la delocalizzazione verso la Finlandia. Gli esuberi
inizialmente erano stimati in oltre 450. Dopo un anno in cui si
sono susseguiti scioperi, manifestazioni di piazza, pronunce del
tribunale, tavoli ministeriali e primi accordi, non è stata
ancora trovata una soluzione condivisa.
In questo lungo braccio di ferro il governo, la Regione
Friuli Venezia Giulia, gli industriali e le parti sociali hanno
fatto fronte comune, mentre al lato opposto del tavolo è rimasta
la Wartsila. Un primo accordo è stato raggiunto lo scorso
novembre: all'epoca Wartsila aveva già ritirato la procedura -
dopo anche una pronuncia del giudice del lavoro in merito - e al
tavolo del Mise era stato deciso che la multinazionale avrebbe
presentato un piano di reindustrializzazione e si sarebbe
impegnata a non licenziare fino a settembre 2023. Ma a oggi,
come denunciano i sindacati, all'interno dello stabilimento la
produzione è di fatto interrotta e un piano di
reindustrializzazione "accettabile" non è stato ancora proposto
dall'azienda. A maggio erano stati due i nomi fatti da Wartsila
per il subentro: Imr e H2Energy. "Troppo poco" per la contro
parte. In più, subito dopo, Imr aveva precisato di non essere
interessata al sito.
Una situazione di impasse, dunque, quella attuale, in attesa
che il governo sciolga la riserva. Sul tema oggi è intervenuto
il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga: "Dopo un anno
l'azienda non ha ancora presentato offerte. Noi abbiamo chiesto
e continuiamo a richiedere e a ricercare soluzioni che non siano
solo di salvaguardia dell'occupazione, che è ovviamente
fondamentale, ma anche di salvaguardia di un sito produttivo
strategico". Come istituzioni "stiamo continuando a lavorare",
con l'intenzione di annunciare eventuali soluzioni "quando
saranno state portate a casa in modo sicuro e strutturato".
Finora, da parte dell'azienda, "ci sono stati troppi annunci e
pochi fatti, penso sia meglio fare il fatto e poi annunciarlo".
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