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Flex: presidio in piazza a Trieste, 'esuberi irricevibili'

Flex: presidio in piazza a Trieste, 'esuberi irricevibili'

Sindacati, coinvolgerci a tavolo ministeriale con azienda

TRIESTE, 16 maggio 2022, 12:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un presidio contro i "280 esuberi annunciati alla Flex di Trieste" è in corso in piazza Unità d'Italia. Sostenuti da Fiom, Fim, Uil, Usb e dalle Rsu, diversi lavoratori dello stabilimento, oggi in sciopero, stanno manifestando sventolando bandiere sindacali e con interventi al microfono. Circa 300 i partecipanti, secondo gli organizzatori.
    Una delegazione, è stato annunciato, sarà ricevuta in Prefettura. La richiesta è di consentire anche alle parti sociali di partecipare al tavolo ministeriale con l'azienda.
    Il piano di esuberi "è inaccettabile - afferma il segretario territoriale della Fiom, Marco Relli - stiamo parlando di un dimezzamento dello stabilimento, è irricevibile". Oggi, aggiunge Antonio Rodà (segretario Uilm), "la fabbrica ha risposto nella quasi totalità allo sciopero. Chiediamo la convocazione immediata di un tavolo ministeriale con le parti sociali. Un incontro tra Mise, Regione e azienda si è tenuto giovedì e oggi è in programma, da quanto sappiamo, un altro. Sono stati annunciati 280 esuberi per delocalizzare parte delle attività produttive in Romania. Vogliamo sedere a quel tavolo e avere il supporto delle istituzioni affinché l'azienda faccia marcia indietro su un'idea scellerata non basata su perdite e crisi ma generata per fare più profitti altrove".
    "La nostra posizione è chiara - rincara la dose Alessandro Gavagnin (segretario Fim) - e chiediamo una legge per rendere difficile alle multinazionali la possibilità di arrivare sul territorio, prendersi i soldi dello Stato e le competenze e poi delocalizzare per convenienza". In piazza anche esponenti della politica, tra cui la presidente del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, che nel primo pomeriggio incontrerà i vertici aziendali: "Il primo passo da fare è capire perché l'azienda ha deciso di non investire su se stessa e sui propri dipendenti qualificati".
   

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