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Expo Dubai:il project management italiano è in 12 padiglioni

Successo per l'italiana LC che ora guarda a Osaka 2025

Redazione ANSA DUBAI

(ANSA) - DUBAI, 29 MAR - "Nel nostro piccolo, non c'è nessun'altra società di project management coinvolta nell'Expo che abbia seguito tanti padiglioni quanti ne abbiamo seguiti noi. Quindi, è stata un'affermazione importante, e un modo per rappresentare l'Italia". Ad affermarlo è Lorenzo Candelpergher, ceo della "LC&Partners Project Management and Engineering", azienda italiana con varie basi internazionali - tra cui gli Emirati Arabi Uniti - che ha gestito con commesse di project management la realizzazione di 12 Padiglioni di Expo 2020 Dubai, tra cui quello italiano. E ora guarda con ottimismo a Osaka 2025, per replicare quella che ha definito una esperienza di successo.
    Per i padiglioni di Italia, Svezia, Olanda, Norvegia, Filippine, Cile, Perù, Angola, Lituania, Grecia, Messico e Dp World, "noi siamo intervenuti essenzialmente con il ruolo di construction project manager, quindi come soggetto gestore dell'intero ciclo di vita dell'opera, che va dalla fase iniziale progettuale alla fase realizzativa e in alcuni casi, la nostra prestazione si è anche prolungata durante la fase di vita degli edifici, in particolare questo è successo con il Padiglione Italia e un altro paio di padiglioni, e proseguirà anche nella fase dello smantellamento", ha spiegato Candelpergher, sottolineando che quattro dei padiglioni gestiti - tra cui l'Italia - sono stati premiati dalla rivista Exhibitors Magazine. "Il nostro è un ruolo non particolarmente appariscente. Non siamo gli architetti o l'impresa di costruzioni, siamo dei manager, agevoliamo il processo, lo seguiamo in tutte le sue tappe e lo controlliamo per assicurare che tempi, costi e qualità degli interventi vengano rispettati nell'interesse del committente. Nel caso del Padiglione Italia, abbiamo seguito tutta la parte realizzativa e logistica e il coordinamento della parte degli allestimenti", ha sottolineato.
    Quella di Expo Dubai "è stata un'esperienza meravigliosa, il contesto di Expo è straordinario, abbiamo avuto a che fare con committenti da tutto il mondo che hanno portato interpretazioni diversissime del tema di Expo". Ma "è stato indubbiamente molto difficile, perché operare in Medio Oriente per molti clienti si è rivelato complesso" e "quindi si è reso necessario un grosso sforzo di mediazione in cui noi siamo stati utili". Inoltre, "ci siamo ritrovati anche ad affrontare l'emergenza del Covid" e "per molti mesi noi siamo stati gli unici occhi in cantiere".
    Ma nonostante le difficoltà, l'esperienza è stata positiva e "apprezzata dai nostri committenti". E guardando a Osaka 2025, "abbiamo ritenuto che questo tesoro di esperienza e capacità meritasse di essere valorizzato. Quindi abbiamo già avviato un principio di attività in Giappone, siamo in fase di costituzione di una società a Tokyo, e abbiamo già individuato il nostro executive director che è l'ex direttore dei lavori delle Olimpiadi in Giappone", David Hollebeke. Per Osaka, "tutti i Paesi ovviamente avranno procedure di gara per affidare i loro incarichi, salvo pochi che hanno delle procedure più snelle. Noi abbiamo parlato con tanti e hanno espresso apprezzamento per l'idea di poter continuare a lavorare con noi. La referenza pregressa non potrà che giocare a nostro favore e contribuire ad un'eventuale preferenza", ha sottolineato. (ANSA).
   

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