(ANSA) - DUBAI, 14 MAR - "Sono tornato per combattere per
l'ottavo titolo". Lewis Hamilton lancia così la sua sfida verso
il record di Mondiali di Formula Uno, sotto l'iconica cupola di
Al Wasl Plaza di Expo 2020 Dubai. Un ottavo titolo
"significherebbe tutto. E' impossibile conoscere come sarà il
futuro, ma fare qualcosa che nessun altro ha fatto sarebbe
strabiliante", ha detto il campione, in una sessione pubblica di
domande e risposte, circondato da centinaia di fan.
I test "sono stati difficili", ha riconosciuto il pilota,
sottolineando che in pochi giorni "non abbiamo fatto molti giri"
e "quando gareggeremo questa settimana staremo imparando ancora
sulla macchina e probabilmente lo faremo per le prossime quattro
gare almeno. Abbiamo molti problemi" ma "sono tutti emozionati,
gli ingegneri amano le sfide". Il "Bahrain sarà difficile", ha
pronosticato Hamilton. "Ci sono molte auto che sembrano veloci,
l'Alfa Romeo sembra veloce, anche Red Bull e le Ferrari. Ma noi
siamo il team migliore".
Il dopo stagione 2021 di Lewis Hamilton "è stato un po'
diverso" dal solito, ma "staccarsi dai social media è una cosa
molto molto buona, mi sono mancati i miei sostenitori ma avevo
bisogno di quel tempo per ricentrarmi, riconcentrarmi, sono
stato con la mia famiglia" e ora "sono tornato per combattere",
ha detto il pilota. "Tutta la mia vita è stata vincere, corro da
29 anni" ma "credo che durante questo tempo ho realizzato che
vincere non è tutto. A volte quando perdi alla fine vinci, e
cresci, e il mio consiglio per le persone è di non avere paura
di fallire perché si fallisce sempre nella strada per il
successo". Oggi "so esattamente cosa voglio e come raggiungerlo,
non è una strada facile ma insieme possiamo farcela".
"La più grande lezione in tutta la mia carriera è stata
quella di non mollare mai, di credere sempre in me stesso", ha
spiegato il sette volte campione del mondo, che ha scelto
l'ultimo titolo come "il preferito" perché "è stato veramente
confermare di credere in me stesso in tutti questi anni". Una
soddisfazione dopo che "avevo insegnanti che mi dicevano che non
sarei stato buono a nulla, avevo genitori che mi dicevano che
non ero mai bravo abbastanza". E tra le vittorie più
significative, il Brasile lo scorso anno "è stato qualcosa che
non sapevo di avere in me", ma anche "alla mia prima vittoria di
un gran premio nel 2007, ricordo che ho guardato mio padre
sorridermi, è stato profondo. Lui è stato un genitore molto
duro, non particolarmente il più amorevole, ma in quel momento
sapevo di averlo reso orgoglioso". E per il futuro "spero" di
essere in questo sport ancora per un po', ha detto il campione
di 37 anni. "Un giorno alla volta. Amo ancora quello che
faccio". (ANSA).