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Scontro a Bruxelles sul divieto del riconoscimento facciale

Scontro a Bruxelles sul divieto del riconoscimento facciale

Bozza proposta di legge Commissione non lo prevede, gli eurodeputati attaccano

16 aprile 2021, 17:42

Redazione ANSA

ANSACheck

Scontro tra Parlamento e Commissione su divieto totale riconoscimento facciale - RIPRODUZIONE RISERVATA

È scontro tra il Parlamento e la Commissione europea sul controverso riconoscimento facciale, una delle applicazioni più ad alto rischio dell'intelligenza artificiale. Più volte ipotizzato e discusso, il divieto tout court per la sorveglianza biometrica nei luoghi pubblici non è infatti previsto nella bozza della proposta normativa sull'IA che Bruxelles svelerà il 21 aprile e di cui l'ANSA ha preso visione. Una decisione disapprovata dagli eurodeputati, da sempre contrari a qualsiasi possibilità circa l'uso del riconoscimento facciale.

 

"Vi esortiamo a garantire che le protezioni esistenti siano mantenute e venga proposto un chiaro divieto della sorveglianza biometrica di massa negli spazi pubblici", hanno scritto quaranta deputati di Verdi, Socialisti e Democratici, Sinistra e Rewnew in una lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, alla vicepresidente Margrethe Vestager, e ai commissari Vera Jourova (Valori e Trasparenza), Thierry Breton (Mercato interno), Helena Dalli (Uguaglianza) e Didier Reynders (Giustizia).

Nella bozza della proposta di legge, Bruxelles fissa per la prima volta i paletti per l'uso dell'intelligenza artificiale in Europa: i sistemi ad alto rischio per la sorveglianza di massa saranno vietati nel caso di tecnologie "pericolose per l'integrità degli individui o per i diritti fondamentali", ma alcune eccezioni sono ammesse per la controversa tecnologia del riconoscimento facciale in caso di necessità per la lotta contro il terrorismo e la tutela della sicurezza pubblica. Per i sistemi di indentificazione biometrica a distanza, come il riconoscimento facciale, è previsto in particolare un sistema di autorizzazione separato. L'ipotesi di un divieto tout court, voluto inizialmente da Vestager ma mai accettato completamente da alcuni Stati membri come la Francia, che vorrebbe inserire l'IA nel suo apparato di sicurezza, è dunque caduta. Nella bozza di testo, si indica che l'uso di sistemi di questo tipo è previsto "per i governi e le autorità pubbliche dell'Ue" solo "se usato per salvaguardare la sicurezza pubblica". Elementi che, secondo gli eurodeputati, "potrebbero persino essere interpretati per creare una nuova base giuridica e quindi consentire attivamente la sorveglianza di massa biometrica laddove oggi è illegale".

"La sicurezza pubblica è precisamente ciò con cui viene giustificata la sorveglianza di massa, è il campo in cui la sorveglianza è rilevante e nel quale i tribunali hanno costantemente annullato legislazioni sul trattamento indiscriminato di dati personali", scrivono i deputati, chiedendo alla Commissione senza mezzi termini di "eliminare questa clausola" dalla proposta finale.

Il testo che Vestager presenterà mercoledì prossimo "deve essere riformulato per coprire tutta la sorveglianza di massa non mirata e indiscriminata, non importa quante persone sono esposte al sistema", sottolineano ancora i parlamentari europei, che auspicano un divieto esplicito al riconoscimento automatizzato di genere, sesso, razza/etnia, disabilità e altre caratteristiche sensibili.

Stando alla bozza visionata dall'ANSA, tutte le altre applicazioni di IA ad alto rischio che non riguardano la sorveglianza saranno invece sottoposte a ulteriore controllo, in particolare quelle tecnologie che servono a dare un punteggio sociale, valutare la solvibilità creditizia delle persone o determinare l'accesso all'istruzione, e ancora i sistemi di reclutamento (scansione dei cv) o di approvazione delle richieste di asilo e dei visti. Restano escluse dal regolamento le applicazioni militari. Meno regole infine per le tecnologie non considerate ad alto rischio così da non disincentivare gli investimenti del settore privato: saranno ammesse tutte le applicazioni di AI che semplificano la produzione industriale o agricola, sostengono il cambiamento climatico oppure rendono la rete energetica più efficiente. Le aziende che non si conformeranno alle norme Ue potrebbero vedersi infliggere multe fino a 20 milioni di euro o al 4% del loro fatturato.

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