BRUXELLES - Google e Facebook sul piede di guerra contro la proposta del governo australiano che obbliga i due colossi tecnologici a pagare le notizie. Lo riporta l'edizione europea del Financial Times. Nelle scorse settimane l'Australia ha preparato una bozza di regolamento per 'correggere' quello che definisce "uno squilibrio assoluto" di potere tra Facebook, Google e gli editori dei media tradizionali. Il regolamento stabilisce un sistema vincolante per i pagamenti delle notizie, clausole antidiscriminatorie per gli editori e notifiche in anticipo sulle modifiche degli algoritmi.
"Nell'ipotesi in cui questa bozza di regolamento diventi legge, smetteremo a malincuore di consentire agli editori e agli australiani di condividere notizie locali e internazionali su Facebook e Instagram", ha affermato Will Easton, amministratore delegato di Facebook per l'Australia e la Nuova Zelanda. Secondo quanto proposto, gli editori dovranno negoziare il pagamento per le notizie con Google e Facebook e, in caso di insuccesso, entro tre mesi potranno richiedere un arbitrato per determinare il compenso.
Le norme potrebbero essere estese anche ad altre piattaforme come Apple News. Le violazioni del regolamento, in vigore entro la fine dell'anno, saranno punibili con sanzioni fino al 10% del fatturato prodotto in Australia. Solo lo scorso anno Google e Facebook, insieme, hanno generato oltre 5 milioni di dollari di ricavi nel Paese.In risposta alla bozza di legge, Google ha deciso di sospendere un accordo con il Paese sulle licenze per la pubblicazione dei contenuti di piccoli editori, che continuerà invece in Germania e Francia. Inoltre, nelle ultime settimane i cittadini australiani, utilizzando Google, hanno ricevuto notifiche sul regolamento inteso come "una minaccia al libero utilizzo di internet".