Vendevano indumenti contraffatti che rivendevano a prezzi raddoppiati nei mercatini rionali di Roma e provincia. Per questo due fratelli romani sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza assieme ad altre 13 persone in una indagine sema Procura in cui si ipotizzano anche episodi di corruzione che coinvolgono quattro appartenenti alle Fiamme Gialle.
Le indagini, condotte prima su delega della Procura della Repubblica di Tivoli e successivamente proseguite da quella di Roma, hanno consentito di ricostruire l'intera "filiera del falso", partendo dai prodotti messi in vendita presso un banco ambulante gestito dai due fratelli. I due "direttamente o tramite - e' detto in una nota della Gdf - propri collaboratori, non erano solo sistematicamente dediti alla commercializzazione di capi di abbigliamento contraffatti, ma acquistavano anche capi "neutri" presso commercianti di etnia cinese, per poi rivolgersi a persone di origine senegalese per l'apposizione di etichette contraffatte riproducenti nomi e marchi di note griffe della moda". La merce veniva venduta presso i mercati comunali o rionali su banchi ambulanti appositamente allestiti settimanalmente.
In base a quanto ricostruito dagli inquirenti l'attività illecita "era particolarmente redditizia: a fronte di una spesa iniziale tra i 20 e i 30 euro, il capo di abbigliamento "taroccato" veniva venduto a un prezzo oscillante tra gli 80 e i 90 euro. E il mercato non mancava, anche perché il capo "originale" poteva costare fino a 500 euro".
Nel corso delle investigazioni, i militari del Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma hanno fatto piena luce sui rapporti emersi tra i soggetti indagati e alcuni finanzieri in servizio presso Reparti della Capitale.
In particolare "sono stati documentati singoli episodi in cui gli imprenditori, colpiti da sequestri di merce contraffatta ad opera di pattuglie della Guardia di Finanza, hanno chiesto ausilio ai quattro appartenenti al Corpo oggi arrestati, promettendo e elargendo loro regalie di varia natura (un telefono cellulare, capi di abbigliamento ed accessori, cene) per cercare di "limitare i danni" ovvero venire a conoscenza di indagini a loro carico o di attività di controllo programmate", aggiunge la nota.
Il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dei 2 fratelli imprenditori e di un finanziare, gli arresti domiciliari nei confronti di 7 persone (4 imprenditori e 3 militari), l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di 4 persone e, infine, il divieto di dimora nel Comune di Roma congiuntamente all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di un ulteriore soggetto.