BRUXELLES - “Le canzoni non crescono sugli alberi” ed “è giusto che la gente possa ascoltare, usufruire, consumare la musica come vuole ma è anche giusto che venga tutelato e riconosciuto il diritto d’autore a chi quella canzone l’ha creata perché è un lavoro e perché la musica, come ogni forma d’arte, crea cultura nella società”. Un messaggio semplice e diretto, da parte di un cantautore come Nesli, il cui brano “Andrà tutto bene” che già nel 2015 aveva avuto oltre dieci milioni di visualizzazioni solo su Youtube, è tornato virale in questi giorni, con il suo messaggio di speranza ed inno alla positività.
Nesli, all’anagrafe Francesco Tarducci, cantautore, rapper e produttore discografico italiano, ha anche realizzato un breve videomessaggio indirizzato in particolare a coloro che in questi tempi di pandemia consumano o diffondono contenuti online senza troppi riguardi per la legalità e soprattutto per coloro che li creano. E’ fondamentale “riconoscere la proprietà delle cose. Se hai una moto, non vengo nel tuo garage a prenderla per farci un giro. Lo stesso dovrebbe essere per la musica e ancora più importante, per i testi. Qualcuno li ha pensati e poi scritti e questo va riconosciuto”, ribadisce Nesli, aggiungendo “La musica online è già di per sé una incognita. Ora emerge solo quello che alcuni avevano già intuito”.
L’emergenza Coronavirus ha tolto ai musicisti, ma non solo a loro, la possibilità di esibirsi dal vivo che in tempi di streaming e download illegali è forse una delle maggiori forme di sostegno. Ci sono artisti che suggeriscono una nuova forma di fruizione online basata su una specie di modello 'allargato' di Youtube che potrebbe dare una sorta di sicurezza per il futuro. "Forse potrebbe aiutare – rileva Nesli -, anche se mi ricorda un po’ il mondo della pornografia, paghi e ti do un contenuto. Potrebbe funzionare, non è che faccia i salti di gioia ma d’altronde qualcosa bisogna attuare per questo mondo che è stato smembrato dalla stessa industria che lo ha creato. Il problema, come in ogni settore, resta l’incompetenza. Paradossalmente secondo me, non c’era poi molto da inventare, cassette, vinili e cd andavano più che bene". Ma se fai l’artista, conclude Nesli, “non ci può essere garanzia del futuro e per assurdo non dovrebbe neanche interessare, se no si andava a lavorare in banca e credo che oggi, neanche loro abbiano garanzie. Se vuoi un mondo libero, non può essere del tutto sicuro”. (ANSA).