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Corte conti Ue boccia lotta anti-frode Paesi membri su fondi

Sforzi 'troppo deboli', valutazioni Stati sono 'ottimistiche'

Redazione ANSA

BRUXELLES - Gli Stati europei devono "intensificare gli sforzi nella lotta alle frodi" nella spesa dei fondi strutturali europei. È quanto chiede la Corte dei conti Ue che, in una relazione pubblicata oggi, pur riconoscendo "i miglioramenti riscontrati negli ultimi anni", boccia sostanzialmente le strategie messe in campo dai singoli Paesi rilevando che gli sforzi degli Stati membri Ue nel combattere le frodi "rimangono troppo deboli". "Individuazione, risposta e coordinamento devono essere ancora significativamente rafforzati per prevenire e individuare le frodi e scoraggiarne gli autori in modo efficace", continua la nota della Corte, che ritiene le valutazioni dei Paesi sull'efficacia delle proprie misure antifrode "troppo ottimistiche".

Tra il 2013 e il 2017 sono state identificate oltre 4mila irregolarità potenzialmente fraudolente lesive degli interessi finanziari dell'Ue per un valore di 1,5 miliardi di euro di fondi comunitari, il 72% dei quali riguardava la politica di coesione. "La responsabilità per la lotta alla frode in questi settori spetta in primo luogo agli Stati membri", evidenzia la Corte, che sottolinea anche "la mancanza di progressi significativi nell'individuazione 'proattiva' delle frodi" da parte dei Paesi, l'"effetto deterrente limitato" delle misure correttive adottate dopo che sono state rilevate irregolarità, e il fatto che non tutte le presunte frodi "vengono comunicate in modo sistematico agli organismi competenti".

 

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