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A Palazzo Reale di Milano l'arte di Emilio Vedova

Curata da Celant a 100 anni nascita.Sala Cariatidi luogo ideale

Redazione ANSA MILANO

Per i cento anni dalla nascita, apre il 6 dicembre a Palazzo Reale di Milano la mostra 'Emilio Vedova', curata da Germano Celant, tra le più importanti mai dedicate a uno dei più autorevoli artisti del '900. L'esposizione è promossa da Comune di Milano Cultura, da Palazzo Reale e dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova.

"Questa esposizione a Palazzo Reale di Milano - afferma Alfredo Bianchini, Presidente della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova - corona il lavoro della Fondazione per celebrare il centenario della nascita di Emilio Vedova, a partire dalla pubblicazione del prestigioso volume Vedova De America, edito da Skira, cui ha fatto seguito la mostra Emilio Vedova di/by Georg Baselitz, curata dal grande pittore tedesco nel Magazzino del Sale a Venezia. Altra tappa importante, la produzione del film Emilio Vedova. Dalla parte del naufragio realizzato da Twin Studio per la regia di Tomaso Pessina, con la lettura dai diari del pittore da parte di Toni Servillo, che è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nell'ambito delle Giornate degli Autori". La mostra presenta, oltre ad opere che vanno dagli anni ʼ40 agli anni ʼ90, un intervento ambientale, progettato dallo studio Alvisi Kirimoto di Roma, che prevede la costruzione nella Sala delle Cariatidi di una parete lunga 30 metri e alta 5, circondata da una struttura luminosa indipendente che attraversa diagonalmente il salone, quasi provocandone la severità architettonica, in uno "scontro di situazioni", come si sarebbe espresso Vedova. In questo contesto lacerato sono esposte, sia a muro che a pavimento, una sessantina di opere, alcune delle quali di imponenti dimensioni, tra cui il celebre ciclo Absurdes Berliner Tagebuch ʼ64 (1964).

L'allestimento progettato per presentare il percorso creativo di Vedova - spiegano gli organizzatori - ha l'intento di lavorare sulla forte componente scenografica dell'ambiente per far emergere, nelle due parti contrapposte, gli aspetti innovativi e radicali del suo contributo linguistico alle vicende dell'arte moderna e contemporanea. Vale a dire porre a confronto i suoi lavori degli anni ʼ60, dipinti e sculture, come il ciclo dei Plurimi, con le grandi tele e i Dischi, installati a pavimento, degli anni '80/'90. In tale dialogo tra estremi si esplicita il valore fondamentale dell'opera di Vedova nel contesto dell'arte contemporanea internazionale.

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