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Protesta e sogno, il corpo politico di Pasolini al Maxxi

Protesta e sogno, il corpo politico di Pasolini al Maxxi

Documenti dialogano con 19 artisti in III capitolo Tutto è santo

ROMA, 15 novembre 2022, 16:03

Redazione ANSA

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Il lavoro quotidiano nel "laboratorio più bello del mondo", in quella stanza da letto divenuta ufficio in cui fogli, piccoli appunti, articoli, dattiloscritti e libri si intrecciavano, ormai quasi 50 anni fa, alla critica del tempo presente, agli afflati poetici, ai progetti tra letteratura e cinema, alle invettive e ai sogni. E poi ritrovare, in un corto circuito spazio-temporale, gli echi di quel pensiero in tanti artisti che hanno affrontato temi quali impegno politico, potere, mass media, capitalismo, identità privata e collettiva.
    C'è un filo fatto di passione, ideologia e utopia che lega gli oltre 200 documenti di e su Pier Paolo Pasolini alle opere di 19 artisti contemporanei nella mostra "Il corpo politico", allestita al Maxxi dal 16 novembre al 12 marzo, a cura di Hou Hanru, Bartolomeo Pietromarchi e Giulia Ferracci. Terzo e ultimo capitolo del progetto "Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo", che vede insieme l'Azienda Speciale Palaexpo di Roma, le Gallerie Nazionali di Arte Antica e appunto il Maxxi per celebrare nelle rispettive sedi il centenario della nascita del grande poeta e intellettuale italiano, la mostra si sofferma su quanto l'eredità di Pasolini oggi resti attuale offrendo una lettura 'multistrato'. La chiave di analisi scelta è il focus sul 1975, inteso non tanto come 'anno fatale' per Pasolini che verrà ucciso nella notte tra l'1 e il 2 novembre, quanto come un momento per lui particolarmente proficuo e di grande progettualità. Tra fotografie, articoli, interviste, dattiloscritti, seguendo la voce-guida di Graziella Chiarcossi, cugina di Pasolini, emergono il suo metodo di lavoro e le questioni a lui più care, dagli abusi del potere al capitalismo, dalla cultura di massa alla nostra identità di italiani, e poi ancora l'aborto, l'omosessualità, il conformismo. A rivelare che la mostra, nelle intenzioni dei curatori, 'non parla di Pasolini ma con Pasolini' è il dialogo serrato con gli artisti presenti, alcuni contemporanei al poeta (Mino Maccari, Fabio Mauri, Giulio Paolini, Pino Pascali) altri più 'giovani', che a lui si sono ispirati (Elisabetta Benassi, Marzia Migliora, Francesco Vezzoli, Claire Fontaine).
   

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