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A Roma Biagio Rossetti secondo Zevi

A Roma Biagio Rossetti secondo Zevi

La Fondazione Zevi rivisita la mostra evento del '56

ROMA, 14 novembre 2018, 20:50

Redazione ANSA

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Biagio Rossetti secondo Zevi, una immagine della mostra allestita a Ferrara nel 1956 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Biagio Rossetti secondo Zevi, una immagine della mostra allestita a Ferrara nel 1956 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Biagio Rossetti secondo Zevi, una immagine della mostra allestita a Ferrara nel 1956 - RIPRODUZIONE RISERVATA

 FONDAZIONE ZEVI - Era il 1956 quando al Teatro Comunale di Ferrara fece scalpore una mostra dedicata a Biagio Rossetti, grande architetto del rinascimento estense (suo per esempio lo splendido Palazzo Roverella). Ideata da Bruno Zevi che vedeva in Rossetti il "primo urbanista moderno europeo", quella rassegna colpiva per la sua novità, con un percorso per l'epoca sperimentale che mescolava i rilievi metrici degli edifici alle fotografie di Gianni Berengo Gardin e ai plastici di Costantino Dardi fondendo i materiali secondo un linguaggio inedito e dal forte impatto espressivo, che fornì nuove chiavi di lettura per l'interpretazione della città storica. A cento anni dalla nascita di Zevi, la Fondazione a lui intitolata rivisita oggi quella rassegna nella sua sede di Via Nomentana a Roma con una esposizione curata da Francesco Ceccarelli, Matteo Cassani Simonetti, Adachiara Zevi e realizzata in collaborazione con il Comitato tecnico scientifico per le celebrazioni del cinquecentenario della morte dell'architetto ferrarese che sarà aperta fino all'11 febbraio 2019. Intitolata "Biagio Rossetti secondo Zevi" la rassegna romana vuole proporre una riflessione storica e critica su quell'esperienza della cultura architettonica postbellica, raccontando lo straordinario progetto critico, espositivo ed editoriale, con materiali inediti come i disegni e gli schizzi di Pastor raccolti nel suo prezioso taccuino, le lettere, i provini originali delle foto della mostra scattate di Gianni Berengo Gardin, oltre a un ricco apparato fotografico. Inedite sono anche le due interviste a Gianni Berengo Gardin e a Valeriano Pastor, realizzate in occasione della mostra romana.
    In due sale è documentato l'iter del libro su Biagio Rossetti con documenti provenienti dall'archivio Einaudi, mentre una sala è dedicata alla Ferrara dei tempi della mostra, con una rassegna di documenti inediti dell'archivio comunale e dell'archivio Carlo Savonuzzi, grande ingegnere ferrarese.
    A conclusione della mostra sarà indetta una giornata di studio, e sarà pubblicato un catalogo con la documentazione della mostra e gli atti del convegno.
   

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