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Vino: Tenuta Vallocaia, qualità toscana sulla rotta svizzera

A Montepulciano uno straniero esprime terroir e futuro

Redazione ANSA MONTEPULCIANO

 - Sulla rotta del vino tra Toscana e Svizzera c'è sempre stato un Bindella. Il pioniere, Jean Bindella, che all'inizio del 1900 con soli due cavalli aveva cominciato a trasportare damigiane e successivamente introdotto il famoso fiasco toscano in Svizzera. E negli anni Ottanta il nipote, l'imprenditore svizzero Rudi Bindella, che ha fondato a Montepulciano Tenuta Vallocaia, celebrando i primi 40 anni di attività a Roma, da Pipero in abbinamento al menu dello chef Ciro Scamardella.

Una tappa che guarda al futuro con l'obiettivo di anticipare lo stile enoico del Nobile di Montepulciano che sarà e che ora contempla anche l'accoglienza turistica in una struttura, nella zona di Argiano, poggiata su un poggio della pregiata zona vinicola, quasi come tolda di nave che spazia sull'orizzonte della Val di Chiana. Oggi Tenuta Vallocaia si estende per 175 ettari, di cui 54 sono coltivati a vite con altri 16 dedicati agli oliveti, circa 4mila piante. La produzione vino arriva a circa 200mila e il 90% dell'olio extra vergine è richiesto dal mercato svizzero. Oggi è una moderna cantina dal cuore antico sottolineato dalla cifra architettonica del "matton rosso" e l'idea di vigneti-giardini.

"Una cantina bella, progettata da ingegneri e architetti, ma con l'obiettivo di essere una cantina funzionale, rispettosa del paesaggio ma efficiente e un po' casa e bottega" ci tiene a precisare il direttore dell'azienda vinicola Giovanni Capuano, entrato nel 1999 , condividendo la visione e la filosofia produttiva di Rudi Bindella che aveva un'attenzione per l'universo biodinamico per vini atti a esprimere un piacere energetico. "Nella tenuta - racconta - si respira l'Energia del Futuro, in una terra che ancora profuma di Rinascimento, di Umanesimo e di Bellezza. Il nostro Nobile esprime territorio e tradizione ma qui si sperimenta, si parla con la Terra per capirne il carattere e trasferirlo nei suoi vini, per imprimergli poi uno stile riconoscibile, evoluto ed elegante.

Col potenziamento dell'attività di accoglienza e l'ampliamento dei vigneti, grazie all'aquisizione del podere Casalte,  la squadra è cresciuta, da 15 a 25 dipendenti. E il progetto enologico è rimasto sfidante, fare un buon Sauvignon a Montepulciano. Raccolta veloce in vigne riparate sul versante Nord, uve sotto gas inerte per evitare macerazioni incontrollate, e ora sperimentazioni riuscite sul Rosato. Lo scorso anno la prima produzione di 10mila bottiglie è andata esaurita a maggio, la nuova annata cresce a 17mila bottiglie. Una sfida continua anche contro i cinghiali e soprattutto rispetto ai cambiamenti climatici, certo - ha ammesso - nel 2021 e 2022 senza irrigazione di soccorso non avremmo fatto nulla per quanto riguarda il Sauvignon". Tenuta Vallocaia è inoltre tra i precursori della bottiglia leggera: già 23 anni fa, ha precisato il direttore Capuano, siamo passati dalla bottiglia di 750 grammi a quella di 600 grammi e subito dopo a quella da 500 grammi, oltre a puntare a minimizzare l'impatto ambientale con pannelli fotovoltaici dappertutto, oltre che recupero di sostanza organica. (ANSA).

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