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Vino Valpolicella, vince sfida-Covid mix supermarket e web

Usa primo mercato al mondo per Amarone, Gdo premia bottiglie top

Roma ANSAcom

La rete dei supermercati e ipermercati (Gdo), enoteche, e-commerce, vendita diretta, club del vino, è multicanale la strategia di sopravvivenza nel mercato dei vini di qualità. In attesa della ripresa del ‘fuori casa’, con la ristorazione e il turismo fermi ai box, la Valpolicella si interroga sui canali di vendita più accessibili per il vino di fascia alta in tempi di Covid. Canali che hanno registrato, in diversi casi, repentine mutazioni destinate a diventare strutturali, come rilevato alla Annual conference organizzata dal Consorzio tutela vini Valpolicella in edizione digitale, oggi e domani.
Sotto la lente, la crescita e l’evoluzione della domanda nella grande distribuzione in Italia e all’estero, come registrato dalla statunitense Wilson Daniels, azienda leader nell’importazione/distribuzione di prodotti di alta gamma con 45 marchi europei luxury in portafoglio. Nella rete commerciale Usa, ha sottolineato il brand manager per l’Italia, Alessandro Boga, “assistiamo a un forte incremento delle vendite di vini di alta gamma. Nel 2020 i segmenti ‘luxury’ (oltre i 20 dollari a bottiglia), ultra e super premium (da 10 a 20 dollari) sono cresciuti a valore in Gdo rispettivamente del 26% e del 23% e oggi incidono per più del 50% sull’intero fatturato vino. Sale il retail ma scende il fuori casa. I dati ricavati dal portafoglio Wilson Daniels riflettono infatti l’effetto-sostituzione delle modalità di consumo operato sul primo mercato al mondo per l’Amarone e il vino italiano, con l’horeca che in un anno ha registrato una contrazione della sua quota di mercato dal 57% al 35% e con l’off trade protagonista di un percorso inverso (dal 43% al 65%), con i vini della Valpolicella a +70%. Sullo sfondo, il boom di vendite online sul portale wine.com, che schizzano a +142%, e il raddoppio del mercato nel canale dei wine club.
Multicanalità fondamentale anche per Denis Pantini, che con Nomisma Wine Monitor ha analizzato per il Consorzio gli impatti del Covid sulle vendite di vino. “L’Italia soffre meno dei suoi principali competitor – ha detto Pantini – proprio per una sua maggior diversificazione della distribuzione di vino nel mondo. Una componente che ha favorito anche i vini della Valpolicella, in particolare all’estero. In Italia – ha aggiunto - l’e-commerce è partito in sordina ma lo scorso anno ha registrato il raddoppio del proprio giro d’affari, oggi a 200 milioni di euro. Un fenomeno strutturale e non più solo dettato dall’emergenza, ma che – è bene ricordarlo - vale il 7% del fatturato vino della Gdo”.
Per Callmewine, e-commerce da oltre 1.500 aziende con 9 mila etichette, l’exploit della rete dello scorso anno ha determinato un raddoppio del fatturato. Bene i vini della Valpolicella, secondo il fondatore, Paolo Zanetti: “L’incremento sui volumi è stato dell’84%, grazie in particolare al Valpolicella e all’Amarone. A valore le vendite della Docg rappresentano il 55% del totale, con il Ripasso al 28%, il Valpolicella (classico e superiore) al 17% e il Recioto all’1%”. La prima regione per bottiglie vendute è la Lombardia (31%) seguita da Veneto (12%), Lazio ed Emilia Romagna (11%).

In collaborazione con:
Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella

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