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Nella via dei Presìdi debuttano 5 formaggi naturali italiani

Dalla mozzarella nella mortella del Cilento al Toumin dal mel

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(ANSA) - TORINO, 18 SET - Nuovi Presìdi Slow Food debuttano alla 12/a edizione di 'Cheese': tra quelli italiani la Mozzarella nella mortella (dal Cilento), la Giuncata dei Monti Reatini, il Furmàcc del féen (dalla provincia di Sondrio), il Silter di pascolo (dalla provincia di Brescia), il Toumin dal Mel (dalla provincia di Cuneo). Si potranno trovare, tra i 49 stand italiani e i 10 stranieri dedicati ai formaggi tutelati dai Presìdi, nella via omonima allestita tra via Principi di Piemonte e via Marconi.
La muzzarella int'a' martedda, tipico della zona centrale del Cilento, è in realtà un caciocavallo freschissimo che viene coperto e protetto dal mirto. Tra gli obiettivi del neonato Presìdio, sostenuto dal Parco Nazionale del Cilento, c'è il tentativo di riportare la vacca Podolica, oggi sostituita da altre razze.
Dalla provincia di Rieti, arriva la Giuncata dei Monti Reatini, prodotta da piccole aziende che allevano, liberi nei pascoli fino a 1.900 metri di altitudine, pecore, capre, vacche e suini. Imprese che hanno subito danni dal terremoto nell'Italia centrale, ma che non demordono, sostenute, in questo Presìdio, dal Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Il furmàcc del féen è un prodotto della Valtellina e delle sue valli minori, apprezzato per la sua versatilità in cucina e ricco di qualità naturali grazie ai fieni e alle erbe di cui si nutrono le mandrie. Il Presìdio nasce per dare sostegno ai casari di montagna, a cominciare da quello dello Storico Ribelle, una delle denominazioni del formaggio del fieno.
Da un'altra zona della Lombardia si presenta il Silter di pascolo, un altro modello di formaggio prodotto in pascoli liberi, rispettando la biodiversità e il benessere animali. Salate a mano on salamoia,le forme di silter, da 10 a 16 chili, stagionano su ripieni in legno: nelle grotte in alpeggi, in locali freschi nel fondovalle.
Tra i Presìdi approva anche il Toumin dal Mel, formaggio simbolo della Valle Varaita, creato nel 1895 da due donne che decisero di passare dalla produzione del butto alle tome a latte intero, in forme piccole, che pesano circa 200 grammi. (ANSA).

In collaborazione con:
Slow Food

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