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Po in secca, senza riserve a rischio l'autonomia alimentare

Allarme Anbi, al sud spettro alluvioni, servono infrastrutture

Redazione ANSA ROMA

 - Il dramma del fiume Po continua: nonostante le piogge resta in secca. Lo afferma il report settimanale dell'Osservatorio Anbi sulle risorse idriche da cui emerge che "al nord la crisi idrica è endemica mentre al centro sud riappare lo spettro alluvionale: senza nuove infrastrutture la situazione è sempre più grave".

Per Francesco Vincenzi, presidente dell'Anbi (Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue) "è necessario creare infrastrutture per garantire omogenee riserve idriche al Paese, pena l'abbandono di qualsiasi prospettiva di autosufficienza alimentare".

In Piemonte, decrescono i livelli di tutti i corsi d'acqua ma "è il Po a meglio rappresentare l'immagine di una crisi idrologica senza fine" spiega l'Osservatorio Anbi indicando che a Torino questo deficit si attesta attorno al 50%, ma in altre stazioni di rilevamento supera l'80%, prolungando tale condizione anche in Lombardia ed Emilia Romagna dove, a Piacenza, registra nuovi minimi storici. "La critica condizione idrica del fiume Po si trascina da dicembre 2020 e condiziona l'economia agricola, nonchè l'agroalimentare della principale food valley italiana e riconosciuta eccellenza mondiale: la Pianura Padana" evidenzia Vincenzi. Al Nord i livelli dei grandi laghi "permangono abbondantemente sotto media" e molti fiumi sono a livelli molti bassi. A godere significativamente delle precipitazioni, spiega l'Osservatorio Anbi, è invece la Valle d'Aosta con la Dora Baltea che ha una portata quasi cinque volte superiore alla media storica di gennaio. Exploit pluviometrico sulle Marche, dove i fiumi si sono gonfiati, facendo temere nuovi eventi alluvionali. E' stata una settimana difficile in Campania dove, dopo "bombe d'acqua" con circa 100 millimetri di pioggia in 24 ore, si sono verificate alluvioni nel Casertano e nel Beneventano con lo straripamento dei fiumi Calore, Sarno e Volturno, il cui livello è cresciuto di oltre 6 metri in 2 giorni. Il Garigliano ha toccato 8,58 metri da 1,38 di un anno fa. "Il riapparire di eventi alluvionali che, seppur circoscritti, hanno comportato ingenti danni, ripropone l'altra faccia di una difficile gestione idraulica, cui si può dare risposta solo attraverso investimenti multifunzionali, trasformando una minaccia in risorsa - commenta Massimo Gargano, direttore generale di Anbi - I progetti per invasi, laghetti e bacini di espansione, previsti dai Consorzi di bonifica ed in attesa di finanziamento, rispondono a questa esigenza, contenendo l'acqua in eccesso per utilizzarla nei momenti di bisogno". L'Osservatorio segnala infine la repentina crescita dei volumi trattenuti dalle dighe di Basilicata e Puglia. Secondo la Coldiretti, con il Po a secco rischia 1/3 del Made in Italy a tavola che si produce proprio nella food valley della Pianura Padana dove si concentra anche la metà dell'allevamento nazionale. Dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dal Parmigiano reggiano al Grana Padano al prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello fino alla frutta e alla verdura, la produzione della Pianura Padana rappresenta la punta di diamante del Made in Italy alimentare. (ANSA).

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