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Energia: Federalimentare, a rischio 40 mila posti di lavoro

Energia: Federalimentare, a rischio 40 mila posti di lavoro

"Noi dimenticati". Corsa al green non tiene economicamente

ROMA, 19 gennaio 2022, 12:22

Redazione ANSA

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Energia: Federalimentare, a rischio 40 mila posti di lavoro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Energia: Federalimentare, a rischio 40 mila posti di lavoro - RIPRODUZIONE RISERVATA
Energia: Federalimentare, a rischio 40 mila posti di lavoro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le Pmi dell'industria alimentare sono con l'acqua alla gola e, se le cose non cambiano al più presto, entro il 2022 molte aziende chiuderanno con una perdita stimata di oltre 40 mila posti di lavoro. Lo fa sapere Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, commentando la drammatica situazione che l'industria alimentare sta vivendo per colpa degli aumenti dei costi energetici i quali, sommati a quelli delle materie prime, riducono drasticamente la marginalità delle aziende. "Molte delle nostre industrie sono energivore tanto quanto quella dell'acciaio o della ceramica e come queste hanno bisogno immediato di attenzione e di aiuto, non possono essere dimenticate", sottolinea Vacondio, nel ricordare il ruolo sociale fondamentale dell'alimentare. La situazione è sempre più disperata, avverte il presidente, "tanto che alcune delle nostre aziende hanno iniziato a fermare gli impianti nelle ore in cui il costo dell'energia è più alta, per poi riattivarli nelle fasce orarie in cui i consumi sono minori. Un segnale drammatico davanti al quale non vedo grandi soluzioni".

"Abbiamo chiesto aiuto al Governo inviando anche una lettera formale a Draghi in cui ribadiamo la situazione nella quale ci troviamo - ricorda Vacondio - ma la mia paura è che non ci siano sufficienti risorse per risolvere questo problema diventato enorme". La vera questione, secondo il presidente, "è che stiamo facendo i conti con la corsa alla sostenibilità ambientale che, semplicemente, non è sostenibile economicamente. Da qui la necessità di rivedere i tempi di raggiungimento degli obiettivi delle agende 2030 e 2050 che non ne tengono conto e questa situazione ne è la dimostrazione".

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