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Etna e Stromboli, nanocristalli scatenano eruzioni esplosive

Etna e Stromboli, nanocristalli scatenano eruzioni esplosive

Rendono il magma più viscoso

06 dicembre 2022, 07:57

Redazione ANSA

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Un 'eruzione dello Stromboli (fonte: Matteo Trolese) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un 'eruzione dello Stromboli (fonte: Matteo Trolese) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un 'eruzione dello Stromboli (fonte: Matteo Trolese) - RIPRODUZIONE RISERVATA

All'origine delle eruzioni esplosive di vulcani, come l'Etna e lo Stromboli, ci sono nanocristalli fino a 10mila volte piu' piccoli di un capello umano, che si formano nel magma quando e' presente un'elevata quantita' di metalli come titanio e ferro: la loro presenza di rende il magma piu' viscoso e provoca la formazione di bolle, due elementi che favoriscono le eruzioni esplosive. Lo ha scoperto lo studio internazionale pubblicato sulla rivista Nature Communications Earth & Environment e guidato dall'Italia, con Universita' di Roma Tre e Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Igag).

Il magma di tipo basaltico e' tipico di vulcani come l'Etna e lo Stromboli e di solito non produce eruzioni esplosive. "Tuttavia, eventi esplosivi sono occasionalmente osservati presso vulcani basaltici, generando un acceso dibattito scientifico circa le loro cause", spiega Alessandro Vona dell'Universita' Roma Tre, uno degli autori dello studio guidato da Alex Scarani."Il nostro lavoro dimostra che minime differenze nella composizione del magma possono portare alla formazione di nanocristalli durante la sua risalita - aggiunge Vona - che aumentano la viscosita' e intrappolano bolle di gas".

I ricercatori sono ora al lavoro per collegare le osservazioni fatte in laboratorio con quelle sul campo presso tutti i vulcani del mondo. "I risultati ottenuti con questo studio invitano le scienze della Terra ad una revisione critica e sistematica dei dati finora disponibili sul magma", commenta Alessio Zandona' dell'Universita' francese di Orle' ans, co-autore dello studio. "Questi cristalli, tanto piccoli da essere pressoche' invisibili se non studiati con la giusta strumentazione, possono alterare la viscosita' in modo significativo: cio' significa - prosegue Zandona' - che i dati attuali potrebbero essere meno accurati del previsto".

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