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Mini-organi su chip in partenza per la Stazione Spaziale

Mini-organi su chip in partenza per la Stazione Spaziale

Per sviluppare nuovi farmaci e studiare l'invecchiamento

13 novembre 2018, 12:26

Redazione ANSA

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Dispositivi con cellule umane disposte in 3D e della dimensione di una chiavetta Usb (Fonte: NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dispositivi con cellule umane disposte in 3D e della dimensione di una chiavetta Usb (Fonte: NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Dispositivi con cellule umane disposte in 3D e della dimensione di una chiavetta Usb (Fonte: NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mini-organi su chip sono in partenza per la Stazione Spaziale Internazionale (Iss), dando il via alla prima fase di esperimenti nello spazio: si tratta di piccoli dispositivi con cellule umane disposte in 3D e della dimensione di una chiavetta Usb che permetteranno, tra le altre cose, di sviluppare nuovi farmaci e studiare i processi di invecchiamento in condizioni di microgravità. L'iniziativa è frutto di una collaborazione tra Centro Nazionale americano per l'Avanzamento delle Scienze Traslazionali (Ncats), Centro per l'Avanzamento della Scienza nello Spazio (Casis) e Nasa.

Molti dei cambiamenti causati nel corpo umano dalla microgravità ricordano quelli associati all'invecchiamento sulla Terra, ma nello spazio questi cambiamenti avvengono molto più rapidamente: questo vuol dire che i ricercatori, grazie agli organi su chip, potranno analizzare in breve tempo processi che normalmente impiegano mesi o anni. Inoltre, essendo modelli molto accurati della struttura e del funzionamento degli organi umani, i chip consentiranno di testare molto più velocemente nuovi farmaci o vaccini, per predire in modo fedele il loro effetto negli esseri umani.

La prima fase del progetto  prevede cinque esperimenti lanciati grazie a voli della SpaceX, il primo dei quali è programmato per metà novembre, che metteranno alla prova i chip, tra le altre cose, con invecchiamento del sistema immunitario e barriera tra circolazione sanguigna e cervello. Inoltre sono già in programma per l'estate 2020 altri quattro esperimenti, inclusi due su tessuto cardiaco ingegnerizzato. Secondo i ricercatori, in futuro la tecnologia permetterà agli astronauti di portare con sé nello spazio chip personalizzati, per monitorare i cambiamenti nel loro corpo e testare possibili terapie.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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